Se avesse avuto sotto gli occhi le immagini drammatiche che, da qualche giorno, diffondono televisioni e qotidiani sulla cruenta guerra in Ucraina, avrebbe sofferto ancor di più in quanto, lui, la guerra la fece per davvero subendono anche gravi conseguenze a livello fisico essendo stato colpito ad una gamba dalle schegge di una bomba. [...]
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Enzo Zoni, nota e leggendaria figura di partigiano, Croce al merito di guerra, Medaglia della Liberazione, è deceduto nei giorni scorsi all'età di 96 anni. Ne avrebbe compiuti 97 alla fine del mese.
Nativo di Golese, figlio di un operaio e di una <<rezdòra>>, frequentando i corsi serali, poiché di giorno faceva qualche lavoro saltuario, si diplomò perito contabile.
A 18 anni decise di intraprendere la lotta partigiana ed andare a combattere in Val Maira nel cuneese. Una terra a lui tanto cara che spesso evocava nei suoi ricordi in quanto fu la vallata piemontese da cui partirono tanti valligiani che scendevano poi nelle varie città per fare gli spazzacamini. Ferito gravemente ad una gamba fu trasportato in un ospedale in Francia, gestito da suore, dove fu amorevolmente curato.
Terminata la guerra fu assunto presso il dipartimento di Parma delle Imposte Dirette, un tempo con sede in Viale Mariotti, dove lavorò una vita andando in pensione con il grado di funzionario.
Di carattere molto riservato, persona tutta d'un pezzo, amante dell'arte, della poesia e della pittura, si cimentava sovente con pennello, tavolozza e tele realizzando opere che ricalcavano anche scene della lotta partigiana alla quale aveva partecipato. Zoni donò una di queste opere alla nostra ANPI e ancora oggi la conserviamo con cura.
Ricoprì per anni l'incarico di presidente del <<Moto Club Parma>> organizzando raduni e gare a conferma della sua innata passione per le moto.
Da tre anni era rimasto vedovo dall'amatissima moglie Ada, nota sarta parmigiana, con la quale si era sposato nel 1954. Era un cultore anche della poesia vernacola parmigiana ed in particolare delle opere di Pezzani e Vicini.
Legatissimo ai nipoti Alessandra, Marco e all'adorata Francesca, risiedeva in Viale Caprera e, nella quiete della sua casa, tra i tanti libri della sua biblioteca, aveva iniziato da qualche anno a raccogliere i più significativi lavori di tutti i poeti scrittori parmigiani per poter realizzare una sorta di antologia.