brunella manotti
In questo periodo molte città italiane sono teatro di attacchi ai monumenti della memoria dell’antifascismo e della Resistenza. Si parla di atti di vandalismo, se ne scrive in modo generico, si lascia che la cittadinanza, impegnata nella frenesia della vita quotidiana, comprensivamente preoccupata per la crisi economica, distratta troppo spesso dai social e ormai in parte assuefatta alle “cattive notizie”, non ci faccia caso e liquidi questi fatti come “cose di poca importanza”.
Questo ci deve far riflettere. Stiamo perdendo memoria della genesi della nostra democrazia, ci siamo allontanati dalle radici della nostra storia per vivere in un “presente permanente” dentro al quale i segni del nostro passato smettono di parlarci e di farci riflettere. Rischiamo di “abdicare alla nostra volontà”. [...]
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Così anche l’atto di bruciare la corona di fiori posta sotto la lapide che ricorda Guido Picelli è stato liquidato in parte come il gesto sconsiderato di qualche ubriaco, senza alcuna contestualizzazione, a eccezione dell’intervento sui media locali di alcune associazioni antifasciste che hanno sentito l’urgenza di porre il problema parlando di attacco fascista.
Con loro l’Anpi provinciale e la sezione di Parma hanno voluto sottolineare che questa città, medaglia d’oro della Resistenza, è indissolubilmente legata alla lotta per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale. L’Anpi lo ha fatto lanciando l’appello di portare un fiore in piazzale Picelli. Un fiore per Guido Picelli, protagonista delle Barricate di Parma del 1922, contro ogni fascismo, contro chi ha agito di notte per colpire la memoria di una delle figure più importanti dell’antifascismo parmense.
Le cittadine e i cittadini hanno risposto con grande entusiasmo, il loro gesto ha fatto rumore, ha parlato al cuore dell’Oltretorrente e alla città tutta. Ha lasciato un segno tangibile, come dimostrano le tante fotografie che ci sono arrivate.
Il fine settimana si è colorato di una straordinaria partecipazione, sentita e sincera. Facendo memoria attiva donne e uomini hanno ribadito la propria capacità critica di sottrarsi a letture semplificate e fuorvianti del presente, hanno spezzato ancora una volta le catene dell’indifferenza.
Basta un piccolo gesto di obiezione di coscienza per rompere il silenzio, per abbattere i muri, per far sentire la voce di chi, come noi, crede ancora nel valore della convivenza civile e della democrazia.
CP Anpi