canonica di Specchio

località Specchio, SOLIGNANO


Furono numerosi i partigiani che trovarono rifugio e ospitalità all'interno della piccola comunità di Specchio di Solignano, sia da parte delle strutture ecclesiastiche sia da parte della popolazione. Ciò si verificò in particolar modo nel corso del terribile rastrellamento del gennaio 1945.

Dal 6 al 15 gennaio 1945 un altro grande rastrellamento (operazione “Totila”) investì la zona ad Ovest della statale della Cisa muovendo dal versante appenninico ligure: vi presero parte unità della 162.a Divisione di fanteria “Turk”, i Reggimenti di fanteria n. 303 e n. 329, il Reparto esplorante n. 236, il Battaglione scuola militare alpina “Mittenwald”, due reggimenti di fanteria e il Reparto esplorante della Divisione “Italia”, una compagnia della Divisione San Marco, reparti della Gnr e della Bn. La neve rallentò la manovra tedesca che, questa volta, fu meno efficace. Pur con gravi perdite le brigate riuscirono a filtrare attraverso le linee nemiche e a ricomporsi.


Durante il periodo della Resistenza e fino al 1953, il parroco di Specchio fu don Giovanni Caramatti, il quale fece dei locali della canonica un rifugio per un gran numero di ribelli. Durante il periodo più difficile della lotta di Liberazione, il sottotetto cieco e i sotterranei della chiesa rappresentarono un luogo sicuro per tanti partigiani che, di fronte alle perquisizioni nemiche, poterono contare sull'ospitalità e sulla protezione del parroco.

Durante gli atti di violenza perpetrati dalle truppe nazifasciste attorno all'abitato di Specchio, don Caramatti riuscì, infatti, a mettere in salvo molti volontari della libertà, indicandoli come suoi parrocchiani e nascondendo al nemico la loro condizione di ribelli.


Nell'immediato dopoguerra la canonica di Specchio venne demolita e poi ricostruita per volere di don Nino Rolleri, altra figura di spicco della Resistenza parmense. Sin dal settembre 1943, in veste di parroco di Villora di Varsi, don Rolleri aveva, infatti, partecipato attivamente ad operazioni tra le fila dei

partigiani: oltre ad offrire asilo a fuggiaschi, tra cui circa 50 militari inglesi provenienti dal campo di Fontanellato, aveva operato dapprima con la 12a Brigata Garibaldi e successivamente con la 31a Brigata Garibaldi, fino a ricoprire il ruolo di cappellano del Comando Unico Operativo parmense.


Don Nino Rolleri, nato il 17 agosto 1916 a Varsi, in provincia di Parma, fu un sacerdote partigiano della montagna parmense. Fece parte del Comando Unico di Parma dal 4 aprile 1944 al 25 aprile 1945 e fu cappellano della 31^ Brigata Garibaldi, Divisione Val Ceno.

Durante il periodo della Resistenza e fino al 1953, il parroco di Specchio fu don Giovanni Caramatti, il quale fece dei locali della canonica un rifugio per un gran numero di ribelli. Durante il periodo più difficile della lotta di Liberazione, il sottotetto cieco e i sotterranei della chiesa rappresentarono un luogo sicuro per tanti partigiani che, di fronte alle perquisizioni nemiche, poterono contare sull'ospitalità e sulla protezione del parroco.


Durante gli atti di violenza perpetrati dalle truppe nazifasciste attorno all'abitato di Specchio, don Caramatti riuscì, infatti, a mettere in salvo molti volontari della libertà, indicandoli come suoi parrocchiani e nascondendo al nemico la loro condizione di ribelli.


Nell'immediato dopoguerra la canonica di Specchio venne demolita e poi ricostruita per volere di don Nino Rolleri, altra figura di spicco della Resistenza parmense. Sin dal settembre 1943, in veste di parroco di Villora di Varsi, don Rolleri aveva, infatti, partecipato attivamente ad operazioni tra le fila dei partigiani: oltre ad offrire asilo a fuggiaschi, tra cui circa 50 militari inglesi provenienti dal campo di Fontanellato, aveva operato dapprima con la 12a Brigata Garibaldi e successivamente con la 31a Brigata Garibaldi, fino a ricoprire il ruolo di cappellano del Comando Unico Operativo parmense..

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