"Anche la Musica abbraccia la Resistenza. I canti "partigiani" raccontano la Resistenza: la genesi, il quotidiano, lo scontro, a volte la lotta di classe. A volte vi sono commistioni con la musica colta, ma certamente è musica popolare nel senso più autentico del termine, che racconta di slanci giovanili, di generosità. Di una incrollabile fiducia nella vita, nel futuro, nella Libertà
In questo breve elenco - che non ha ambizioni filologiche, né storiografiche - vi sono riletture "rock" di quelle canzoni e nuove interpretazioni originali di quegli anni. La scelta "rock" - in senso molto lato - è dovuta in qualche misura al fatto che questo "movimento" forse perché colpevole di nuove chitarre elettriche a decibel impossibili, balli azzardati, minigonne e capelli lunghi fu "liquidato" alla nascita come movimento "ribelle" (e di breve durata). Nonostante tutto regge ancora al peso degli anni perché oltre al genere musicale e di costume, ha cambiato il modo di pensare, di vivere, capace di raccontare e di raccontarsi
Non di rado è stato capace di rileggere il passato Lo ha fatto raccontando la nostra Storia, anche quella della Resistenza, con parole e musiche nuove, riuscendo nel tentativo di dare nuova veste alla "Musica Ribelle"
Buon ascolto
di seguito alcuni link per approfondire le ricerche ...
ANPI Nazionale - Canzoniere Partigiano (PDF) - Il Deposito - Canzoni tra il 1939 e il 1945 - Patria Indipendente (Pentagramma) - TPI News - 10 Canzoni della Resistenza - Canzoni contro la Guerra - Coro di Micene (Pagina Facebook) - Il Fiore Meraviglioso - La Ciurma Resistente
BELLA CIAO - DA CANTO POPOLARE A CANTO DI LIBERTÀ
Sempre più spesso, nell’ultimo periodo, si ha l’occasione di ascoltare un brano storico, ovvero “Bella ciao”. Che sia in Radio, in Tv o su internet, questo brano sta spopolando ovunque, tra eventi pubblici nelle nostre città, durante manifestazioni e commemorazioni, durante la vita di tutti i giorni. [...].
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Perfino le nuove generazioni la cantano in coro, grazie anche a “La Casa di Carta”, una serie televisiva che sta riscontrando parecchio successo tra i giovani. “Bella Ciao” è sicuramente un brano, che non riguarda solo l'Italia, ma che si è sparso nel mondo come simbolo di ribellione. Ma prima di capire il suo successo, bisogna cercare di comprendere le origini di questo canto e come sia arrivato ad essere cantato in giro per il mondo.
Le Origini del Canto
Bella ciao è stata ed è una canzone di lotta, cantata dai militanti e simpatizzanti dei movimenti Partigiani durante la seconda guerra mondiale in Italia, che si scontravano contro le truppe Naziste e Fasciste durante gli anni della Resistenza.
Questa canzone richiama la storia di quegli anni, storia che si può leggere tra le strofe del brano stesso. Come “Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor”, oppure “E questo è il fiore del Partigiano, morto per la Libertà”, vanno a raccontare quegli anni di conflitto verso coloro che volevano toglierla, tale libertà.
La versione partigiana di “Bella ciao” venne cantata tradotta e diffusa in tutto il mondo grazie alle numerose delegazioni partecipanti al Primo festival mondiale della gioventù democratica, che si tenne a Praga nell'estate 1947. E’ durante questo festival che venne inventato il famoso battimani, che tutt’ora scandisce il ritmo della canzone.
Si parla di “versione Partigiana” perché alcune fonti storiche mostrano che questa canzone, che tutti bene o male conosciamo, è l'esito di vari canti popolari italiani e non solo. Sia musicalmente che nella struttura dell'iterazione (il "ciao" ripetuto) deriva da un canto infantile diffuso in tutto il nord, La me nòna l'è vecchierella. Un'altra possibile fonte potrebbe essere stata quella di una vecchia ballata francese del Cinquecento, che cambia leggermente da regione a regione. Questa ballata sarebbe stata assorbita dapprima nella tradizione piemontese con il titolo di “Là daré d'côla môntagna”, successivamente da quella trentina con il titolo di “Il fiore di Teresina”, poi in quella veneta con il titolo “Stamattina mi sono alzata” e successivamente nei canti delle mondariso, arrivando infine ai partigiani.
Bella ciao e i Partigiani
Gran parte delle persone crede che “Bella ciao” sia sempre stata un inno della Resistenza contro i nazifascisti, cosa non vera, dato che la canzone divenne un inno vent’anni dopo la seconda Guerra Mondiale. Durante gli anni della Resistenza, questa canzone era poco nota tra i vari reparti combattenti. Si sa che veniva cantata da alcuni reparti di Reggio Emilia e di Modena, ma soprattutto nella famosa Brigata Maiella.
Bella ciao nel mondo
Questo canto oggigiorno è diffuso in tutto il mondo, dove è stata portata dai militanti italiani. Un esempio è la versione cantata in spagnolo da molte comunità Zapatiste (l’esercito Zapatista di Liberazione Nazionale) in Chiapas. Viene cantata a Cuba e in Cina. Verso la fine degli anni Sessanta veniva spesso ripresa dai movimenti di Sinistra come propria, specialmente dai giovani. Tutt’ora viene riconosciuta da tutta la Resistenza. Unì tutti, dai comunisti ai socialisti, dai repubblicani fino agli azionisti, arrivando fino ai partigiani badogliani, che non erano espressione dei partiti antifascisti. Questo rende “Bella ciao” un inno cantato in diverse occasioni, non solo collegate alla Resistenza, ed è cantata ovunque, ispirando cantanti e artisti di tutto il mondo.
Un Canto, che non solo sfida il tempo passando di generazione in generazione, ma che vive in ogni individuo in cui i valori di Uguaglianza e Libertà vivono e ardono. Di qualsiasi ceto sociale e da qualsiasi parte del mondo esso provenga. “Bella ciao” non è solo una canzone, ma un insieme di memorie, esperienze ed emozioni durature nel tempo.
FISCHIA IL VENTO - LA CANZONE CHE DIVENNE INNO
Questo brano fu scritto da Felice Cascione, medico poeta e partigiano conosciuto come “U Megu”, nel 1943. La canzone ha una melodia russa, quella della popolare canzone Katjusha, scritta da Matvej Blanter e Michail Isakovskij nel 1938.
Ma chi era Felice Cascione detto “U Megu”? [...].
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Felice Cascione, nome di battaglia “U Megu” (“il Medico” in Ligure), nasce a Imperia nel 1918. Ai tempi la città era composta da due paesi vicini, Porto Maurizio e Oneglia. Suo padre Giobatta era un fonditore di campane, e morì al fronte nel novembre 1918, per malattia. La madre era una maestra elementare.
Cascione si iscrisse ai G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti), ma nel 1938 fu avvicinato da alcuni membri del P.C.d’I. (Partito comunista d’Italia), che operava in clandestinità. Nel 1939 raggiunse Roma per studio, e lì i G.U.F. gli negarono ulteriori sovvenzioni, a causa della sua sospetta adesione all’antifascismo. Da Roma Cascione si spostò a Bologna, e lì si laureò in medicina nel 1942.
Una volta tornato a Imperia, si fece una certa fama come medico. Lì ricevette il sopranome di “U Megu” (il Medico in Ligure). Nel luglio del 1943, dopo la caduta di Mussolini e l’istituzione del Governo Badoglio, Cascione prese parte alle manifestazioni di gioia per la caduta del fascismo, ma venne arrestato insieme alla madre.
Durante l’occupazione tedesca Felice si unì alla Resistenza, e divenne capo di una brigata partigiana, la prima di Imperia. “U Megu” divenne il suo nome di battaglia. Durante la vita tra le montagne, il Capitano obbligava i sottoposti a fare giornalmente attività fisica.
Tra le varie azioni militari della sua brigata ci fu l’attacco contro quattro soldati tedeschi mentre stravano riparando la linea di un telegrafo. Questi ultimi riuscirono però a mettersi in fuga. A causa della scarsità dei viveri, e poiché la sua banda era stata identificata, Cascione decise di dirigersi verso la Valle di Andora, un piccolo comune in provincia di Savona.
Il 14 dicembre 1943, nei pressi del paese di Montegrazie, il gruppo di Cascione si scontrò con un manipolo di fascisti incontrati fortuitamente. I partigiani ebbero la meglio e catturarono un tenente e un milite. Gli uomini di Cascione avrebbero voluto fucilarli seduta stante, ma “U Megu” si rifiutò di uccidere due persone a sangue freddo. “Ho studiato una vita per curare le persone, figuriamoci se mi metto ad ammazzarle così!”
Cascione si pose l’obiettivo di convertire i prigionieri alla causa partigiana. In particolare il giovane milite, Dogliotti, che secondo Cascione aveva la sola colpa di venire da una famiglia che non gli aveva insegnato il valore della libertà. Dopo essere stato curato, però, il Dogliotti non gli ricambia la cortesia. Riesce a fuggire e corre ad Albenga, dove avvisa la Milizia Volontaria fascista della presenza partigiana.
È così che Il 27 gennaio 1944, alle sette del mattino, una colonna tedesca della 356° divisione di fanteria raggiunge Case Fontane. Le prime avanguardie tedesche occuparono la sede della brigata partigiana. Cascione e due sottoposti tentarono di rioccupare il comando, ma i tedeschi colpirono “U Megu” a un ginocchio, fratturandogli la tibia. Fu catturato e torturato. Ci fu un tentativo di salvataggio da parte dei suoi compagni, ma fallì. Cascione fu ucciso il giorno stesso.
La Canzone che divenne inno
Giacomo Sibilla, partigiano “Ivan”, girava armato di una chitarra, oltre che del suo Sten. Felice gli disse che i partigiani liguri non avevano una bandiera, ma che avrebbero avuto bisogno almeno di una canzone. Iniziarono quindi a fare delle prove di composizione. Iniziarono a scrivere sull’aria del “Va' pensiero”, ma non funzionò. Quindi scelsero “Katjusha”, che divenne “Fischia il vento”.
La prima volta venne cantata nel paesino savonese di Curenna, sul sagrato della chiesa, dopo la messa di Natale. Poche settimane dopo Cascione sarebbe morto ucciso dai nazisti. La canzone diventerà l’inno ufficiale delle brigate Partigiane Garibaldi.
La canzone non è solo un inno, ma un’eredità tramandata alle nuove generazioni, trasmettendo la memoria e i ricordi di quegli anni. E mantenendo vivo i ricordo di “U Megu” fino ai giorni nostri, giorni spesso minacciati da coloro che tramano per togliere la libertà, per far sì che la tragedia della storia si ripeta ancora una volta. Un uomo come Felice Cascione con questa canzone voleva trasmettere tutte quelle sensazioni ed emozioni che percepiva durante la Resistenza, che guidavano il suo agire per un domani migliore, lasciando a noi la sua speranza e la sua forza.
Cessa il vento, calma è la bufera.
Torna a casa il fiero partigian
sventolando la rossa sua bandiera:
vittoriosi alfin liberi siam!
Alle barricate (M.Severini - S.Severini) - GanG
1922 E' l'alba del fascismo. A Parma è sciopero Generale e poi barricate. La Resistenza cittadina, dopo cinque giorni, respinge l'orda fascista
I GanG sono un gruppo folk rock marchigiano, da sempre legato alle tematiche della Memoria e dell'Antifascismo
. Il monumento alle Barricate di Parma, vede la sua inaugurazione nel 1997 con un concerto dei F.lli Severini.
Ci avete incatenato (Anonimo) - FEV
Canzone di anonimo autore comunista, databile intorno al 1926 fu adottata e modificata successivamente dalla Resistenza La canzone, si ritiene, abbia avuto i natali a seguito del rafforzamento delle cosiddette “leggi fascistissime” e per l’istituzione del famigerato Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato a seguito dell'attentato subito da Mussolini a Bologna il 31 ottobre 1926 ad opera dell'anarchico Anteo Zamboni L’attentato, i cui contorni non vennero mai ben chiariti, fornì il pretesto per l’arresto di Gramsci, di Bordiga, di Terracini, Scoccimarro, Roveda e tanti altri
Fischia il vento
(Felice Cascione - Blanter - Isakovskij) - Partgianos
Immortale canzone partigiana italiana scritta dal poeta e medico ligure Felice Cascione 'U Megu' nome di battaglia di Felice, decorato della medaglia d'oro al valor militare, fu fucilato il 27.01.1944 da una colonna 356a divisione di fanteria tedesca e fascisti annessi I Partigianos sono formazione punk brasiliana
(Sergio Liberovici e Franco Antonicelli)- Yo Yo Mundi
Canzone del 1948 racconta il giungere di Aprile La canzone si base degli stornelli trasmessi da Radio Libertà , emittente clandestina attiva nella provincia di Biella Yo Yo Mundi, un gruppo folk rock piemontese
Dalle belle città
("Cini" - "Lanfranco")- Gian Piero Alloisio
Inno della III Brigata d'assalto che opera nell'Alessandrino e della Brigata Mingo che opera nel Genovese Ha genesi singolare: attribuita Emilio Casalini "Cini" e Angelo Rossi "Lanfranco" composta durante un turno di guardia, su carta da pacchi. Il video dedicato alla strage della Benedicta, avvenuta tra il 6 aprile e l'11 aprile 1944: esecuzione sommaria di novantasei partigiani appartenenti alle formazioni garibaldine, oltre 150 caduti e 351 deportati ad opera di fascisti e militari tedeschi Gian Piero Alloiso, cantautore genovese
Compagni fratelli Cervi
(tradizionale) - Coro Selvatico Popolare
Inno del distaccamento partigiano "Fratelli Cervi" a cui si devono anche le parole sull'aria della canzone irredentista Dalmazia Interpretato dal Coro Selvatico Popolare nel luglio del 2018 durante la consueta Pastasciutta Antifascista a Casa Cervi
La pianura dei 7 fratelli - (M.Severini - S.Severini)
Le Primule Rosse & La Brigata Lambrusco
Canzone originale dei F.lli Severini del 1995 racconta di Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio In questa versione cantata dai gruppi Le Primule Rosse (Torino) & La Brigata Lambrusco (Reggio Emilia)
"I figli di Alcide non sono mai morti ..."
Pietà l'è morta ("Nuto" - tradizionale) - Primule Rosse
Da un aria tradizionale utilizzata dagli alpini nella prima guerra mondiale (successivamente in Russia e in Albania), deve il testo al partigiano "Nuto" Revelli scritto nella primavera del 1944
Le Primule Rosse sono un gruppo musicale di Torino"
Guardali negli occhi (CSI) - CSI
Guardali negli occhi è una canzone dei CSI che si conclude con una "ripresa" adattando il testo de "Il bersagliere ha cento penne", canzone diffusa tra i partigiani che operavano sulle montagne liguri. Versione tratta da Materiale Resistente 1945-1995, raccolta di brani di vari artisti italiani, pubblicato nell'aprile 1995, in occasione del cinquantesimo anniversario della liberazione d'Italia dal fascismo. Il disco raccoglie una serie di canti partigiani reinterpretati da vari gruppi contemporanei, accanto a canzoni inedite, sempre ispirate al tema della Resistenza italiana.
Al Dievel (M.Ghiacci e A.Cottica) - MCR
Canzone originale dei Modena City Ramblers (1996) dedicata a Germano Nicolini, comandante Diavolo "Al Dievel" Ã ̈ tra i protagonisti della Resistenza in Emilia e divenne sindaco di Correggio dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1947 venne accusato ingiustamente dell'omicidio di Umberto Pessina e fu condannato a 22 anni di carcere, ma ne scontÃ2 solo 10 grazie a un indulto. Fu scagionato in modo definitivo solamente nel 1994 Nel novembre 2000 l'allora ministro per le politiche comunitarie Gianni Francesco Mattioli chiese pubblicamente perdono a Nicolini per l'operato del padre, Pietro, Pubblico Ministero al processo di Perugia del 1947 Oggi, con noi, a cento anni, festeggia il XXV Aprile
Tredici
(P.E. Archetti Maestri) - Yo Yo Mundi - GanG
Canzone originale dei Yo Yo Mundi (2005) è dedicata alla Banda partigiana denominata "Tom" dal nome di battaglia Antonio Olearo, detto Tom (Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria), attiva tra il Monferrato Casalese e l'Astigiano. Catturati il 14 gennaio 1945, durante un rastrellamento, furono incatenati l'un con l'altro, seminudi e scalzi, i prigionieri vennero obbligati a marciare nella neve sino al Mulino della Ghenza. Torturati con crudeltà e poi uccisi sul selciato del poligono di tiro, all'interno della Cittadella di Casale, i loro cadaveri rimasero due giorni insepolti nella neve, sorvegliati dai soldati per impedire ai familiari di celebrarne i funerali.
Oltre il ponte ("Santiago") - Ashpipe
Poesia di Italo Calvino, partigiano "Santiago", dedicata alla figlia Giovanna, ricorda la sua militanza nella Resistenza e la necessità di tramandare alle future generazioni gli ideali ed i valori alla base della scelta della Resistenza partigiana. Gli Ashpipe sono un gruppo punk di Volpedo (AL)
Il sentiero (MCR) - MCR
Brano inedito dei Modena City Ramblers ispirato al primo romanzo di Italo Calvino "Il sentiero dei nidi di ragno", libro ambientato all'epoca della lotta di Liberazione partigiana e fortemente autobiografico. I MCR sono un gruppo folk
Pane, giustizia e libertà (M.Priviero)
Massimo Priviero
La canzone di Massimo Priviero, estratta dall'album "Dolce Resistenza" (2006) è la storia del partigiano "Nuto" Revelli Ufficiale degli alpini della Tridentina nella tragedia della campagna di Russia, a questa Nuto si rifece quando divenne uno dei primi organizzatori della resistenza armata nel Cuneese. Chiama, infatti, "Compagnia rivendicazione Caduti" la prima formazione partigiana da lui messa insieme, prima di portare i suoi uomini nelle formazioni di Giustizia e Libertà . Dopo aver condotto numerose azioni di guerriglia ed aver superato l’inverno tra il 1943 e il ‘44 ed i rastrellamenti della primavera, Nuto Revelli assunse il comando delle Brigate Valle Vermenagna e Valle Stura Carlo Rosselli, inquadrate nella I Divisione GL. Con queste forze, nell’agosto del 1944, riuscì a bloccare in una settimana di scontri durissimi i granatieri della XC Divisione corazzata tedesca, che puntavano ad occupare il valico del Colle della Maddalena. Secondo alcuni storici, fu proprio grazie all’eroismo degli uomini di Giustizia e Libertà comandati da Nuto che gli Alleati riuscirono ad avanzare sulla costa meridionale francese, per liberare, il 28 agosto 1944, la città di Nizza. Nei giorni della Liberazione, Revelli comanda la V Zona Piemonte.
Massimo Priviero è cantautore marchigiano
Dante Di Nanni (Stormy Six) - GanG
Canzone originale degli Stormy Six (1975) ripercorre la vita di Dante Di Nanni nato a Torino il 27 marzo 1925, caduto nella stessa città il 18 maggio 1944, motorista, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. 8 settembre del 1943 Dante, insieme all’amico Francesco Valentino, poi impiccato dai fascisti in corso Vinzaglio a Torino, inizia la lotta contro i nazifascisti in una piccola banda nelle vicinanze di Boves. Muore il 18 Maggio, a diciannove anni, colpito da sette proiettili al ventre, alla testa e alle gambe.
Ma mì (G.Strehler - F.Carpi) - Arpioni
Canzone di Giorgio Strehler (1962) Sembra che il testo sia autobiografico. Nel 1944 fu catturato dai nazifascisti e incarcerato per sette giorni. Questa esperienza ha ispirato la canzone, che racconta di un partigiano arrestato e internato al carcere di San Vittore che non tradisce i suoi compagni. "Mi parli no!"
Gli Arpioni sono un gruppo ska di Bergamo
Eurialo e Niso (M.Bubola, M.Severini - S.Severini)
GanG & Yo Yo Mundi
Euryalus e Nisus sono due giovani guerrieri profughi di Troia, costituiscono un grande esempio di amicizia e di valori che Virgilio teneva a riportare in vita con la sua opera. Sono raccontati dai F.lli Severi e Massimo Bubola nelle pagine della Resistenza italiana nel album Storie d'Italia (1993).
In questa versione interpretata da Gang e Yo Yo Mundi, nel album dal vivo Resistenza pubblicato il 25 aprile 2005, in occasione del 60º anniversario della Liberazione. Registrato il 15 gennaio 2005 durante lo spettacolo La Banda Tom e altre storie partigiane tenutosi al Teatro Municipale di Casale Monferrato
L'ultima superstiste - MCR
Canzone originale dei MCR (1996) riporta i ricordi della guerra di Liliana, zia di un componente dei MCR
Liliana è una bimba, ha 11 anni e vive a Bettola. Il 23 giugno 1944 i tedeschi circondarono cautamente alcune case situate nei pressi del ponte, penetrati nella casa di Liborio Prati e Felicita Prandi, due vecchi di 70 e 74 anni, li uccisero insieme alla loro figlia Marianna. La casa venne poi depredata ed incendiata. La bambina undicenne Liliana Del Monte si gettò da una finestra per salvarsi, ma fu ripresa e gettata in una stalla che bruciava, riuscendo però miracolosamente a sopravvivere. A questo punto i nazisti passarono alla locanda della Bettola, dove per mezzo di un interprete, si fecero aprire la porta dall’oste Romeo Beneventi. Fecero uscire le donne, i bambini e gli uomini, radunandoli in parte nel garage dell’albergo ed in parte dietro la casa. I primi furono mitragliati, poi ricoperti da tronchi d’albero, cosparsi di benzina e dati alle fiamme per incenerirne i cadaveri. Coloro che invece erano stati radunati dietro al grosso fabbricato, vennero trucidati a bastonate ed a colpi di pistola, quindi gettati anch’essi nel rogo insieme agli altri. Tra loro fu arso vivo Piero Varini, un bimbo di appena 18 mesi.
In questa versione (2005) i MCR sono accompagnati da Fiamma