Ponte di Lugagnano

Commemorazione 19.11.2023 Discorso di Nicola Maestri Presidente Comitato Provinciale Anpi Parma

Ringrazio voi tutti per la vostra significativa partecipazione e tutte le autorità per la loro presenza al 79esimo anniversario dalla barbara uccisione per mano nazista di cinque partigiani che rappresentavano di fatto il comando della 47° brigata Garibaldi [...]

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[...]

Le vittime sono il comandante Ivan (Aldo Zucchellini - Medaglia d'argento al Valor Militare), il Capo di Stato Maggiore Raffaello (Remo Cohen - Medaglia d'argento al Valor Militare), il vice commissario Franci (Brunetto Ferrari - Medaglia d'argento al Valor Mìlitare), la staffetta Tita (Ave Melioli di Bibbiano) e Celso (Giorgio Lambertini), l'autista della Brigata. Su questa tragica, vile e sanguinosa vicenda potrei rimandarvi alle parole descritte magistralmente da quella penna sopraffina che è Mario Rinaldi, o ai quadri di Ubaldo Bertoli, nello specifico penso a "Nazisti in rastrellamento". Però oggi con voi vorrei analizzare quello che ha rappresentato per la nostra storia la Resistenza armata e civile messa in atto da questi giovani e cari ragazzi.

La Resistenza fu una somma di atti di coraggio, di generosità, di imprese ardimentose, di impegno tenace, di dedizione agli ideali in cui ciascuno credeva. Non mancò certo la zavorra: quelli che vennero in montagna solo nei momenti facili, quelli che vennero per spirito di avventura, quelli che, avendo un'arma in mano, si lasciarono contaminare dal gusto del dominio su altri. Con le sue luci e le sue ombre la Resistenza fu portatrice di una carica innovatrice tesa a gettare le basi di una società più libera e più giusta. Nonostante i contrasti e i conflitti, la comune partecipazione alla Resistenza aprì la strada al confronto e all'incontro di culture diverse nell'elaborazione della Costituzione. Questi nostri ragazzi possono davvero essere definiti "ribelli per amore": amore della libertà; amore della patria italiana tradita dal fascismo che l'aveva trascinata in una guerra ingiusta e ingiustificata; amore della democrazia che andava restituita e ricostruita; amore della pace tanto attesa da quel popolo italiano che aveva sofferto lutti e dolori nei cinque anni di guerra.

A centinaia, a migliaia, uomini e donne, giovani e meno giovani, militari e civili, decisero di prendere le armi per liberare l'Italia dal regime nazifascista.

Fu grazie alla Resistenza se l'Italia potè dissociare le sue responsabilità da quelle del fascismo, acquisendo il diritto di essere riammessa nel consesso dei popoli liberi.

Nella liberazione furono sicuramente determinanti ed assolutamente necessari gli eserciti alleati americani ed inglesi che dalla Sicilia risalirono la penisola combattendo e sacrificando tante vite di giovani americani inglesi e dei paesi alleati.

Ma grazie ai partigiani potemmo dimostrare di aver dato un cospicuo contributo di lotta, di sacrificio e di sangue alla conquista della libertà e della democrazia.

Se la Resistenza non ci fosse stata si sarebbe potuto giustamente affermare che vent'anni di dittatura avevano abituato gli italiani a plaudire e a servire passivamente il più forte del momento.

Fu dunque, prima di tutto, un'esigenza di dignità civile e nazionale che spinse all'azione di fronte all'occupazione tedesca.

Nello stesso tempo la resistenza significò il ripudio definitivo dell'esperienza fascista: l'opposizione di pochi che, durante il ventennio, avevano affrontato esilio, carcere e confino, divenne con la Resistenza fenomeno di massa.

Ma soprattutto la resistenza ebbe il carattere di rivolta morale: contro il nazismo, contro il fascismo e contro tutto ciò che essi avevano rappresentato in Europa: negazione della libertà, oppressione degli altri popoli, culto della violenza, spirito di sopraffazione.

Onoriamo Aldo, Remo, Brunetto, Ave e Giorgio che, assieme ai tanti, tantissimi altri scelsero di mettere a rischio la propria vita per donare all'Italia libertà e democrazia, nella consapevolezza di essere debitori del loro coraggio e del loro sacrificio. Non dobbiamo dimenticarlo mai e dobbiamo fare in modo che non lo dimentichino nemmeno i nostri giovani, i nostri ragazzi, quelli che stanno costruendo o costruiranno l'Italia di domani.


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Sanità Pubblica

Il 6° Rapporto sul SSN analizza le grandi criticità di sistema, finanziamento pubblico, spesa sanitaria, livelli essenziali di assistenza, governance Stato-Regioni e attuazione del PNRR, al fine di sensibilizzare da un lato la politica a rimettere la sanità pubblica al centro dell’agenda, dall’altro tutti gli stakeholder della sanità a diventare attori protagonisti per consolidare il valore sociale del SSN, rinunciando ai privilegi acquisiti per rilanciare il bene comune.

Rapporto rileva l’inderogabile necessità di scelte politiche coraggiose per risolvere la grave crisi di sostenibilità della sanità pubblica che, lentamente ma inesorabilmente, sta erodendo il diritto costituzionale alla tutela della salute che si sta trasformando in un privilegio per pochi.


Scelte politiche che impongono una chiara visione sul modello di sanità da lasciare in eredità alle future generazioni, che condizionerà sia l’entità delle risorse pubbliche da investire per la salute e il benessere delle persone, sia le riforme di rottura da attuare per condurre il SSN nella direzione voluta. 

6° Rapporto Fondazione GIMBE

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La Via Maestra Clone – La Pace Prima di tutto

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ANPI BORE – Commemorazione Montesole

Marzabotto ANPI Bore 1° Ott. 2023

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Una Via per “Ilio”

caltatnisetta

A Caltanisetta il 12 settembre 2023 è avvenuta l'intitolazione di via Luigi Cortese a Caltanissetta.
 

La lettera del presidente Comitato Provinciale di Parma
Nicola Maestri

 

Carissimi tutti e tutte.

Il 9 settembre del 1943, Gino Cortese partecipò, a Villa Braga, alla prima riunione costitutiva della Resistenza che sancì l’inizio della lotta armata al fascismo. [...]

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[...]

Se pensiamo che all’età di 23 anni, senza conoscenza del territorio, fu incaricato di organizzare la resistenza in Val d’Enza, ci rendiamo conto della statura morale e dello spirito indomito dell'uomo.

Non per nulla in breve tempo, Gino Cortese divenne il Commissario “Ilio”, commissario politico della 47a Brigata Garibaldi (la Brigata dalla “testa calda” secondo una felice definizione dell’ANPI) e poi della Divisione Ottavio Ricci.  Con sprezzo del pericolo, Cortese assistette e sostenne i compagni, fu ferito, fu catturato e fu condannato a morte.

Il bombardamento del carcere di Parma ad opera degli Alleati rappresentò la sua insperata salvezza.

Il 25 aprile del 1945 alla testa della brigata Garibaldi, Gino Cortese liberò Parma.


Per il nostro territorio "Ilio" rappresenta un caposaldo del mondo resistenziale.


Siamo felici e orgogliosi per la scelta che il Comune di Caltanissetta ha voluto compiere.

Lo meritano Ilio e la sua storia; lo merita la sua famiglia; lo merita il caro figlio Enrico che abbiamo la fortuna di aver conosciuto; lo merita la sua città che lo ha visto crescere, andarsene e tornare.

Lo merita la memoria di Luigi Cortese, Partigiano "Ilio", un uomo che ha speso la sua vita battendosi per un mondo libero ed equo e si è prodigato per un mondo migliore.

 

Siamo con voi con il cuore e con la mente.

 

Un abbraccio forte e fraterno.

Nicola Maestri


Presidente Provinciale ANPI Parma

e tutto il Comitato

Caro Nicola, 

in calce alcune foto dell'intitolazione di via Luigi Cortese a Caltanissetta. 

La tua lettera ha commosso tutti, la famiglia Cortese e noi ti siamo molto grati per esserci stato vicino in questo giorno così importante.

A leggerla la compagna della sezione "Gino Cortese" di Caltanissetta Fabiola Cammarata.


Un grande abbraccio a te e a tutti i compagni dell' A.N.P.I. Parma ????


Claudia, ANPI Caltanisetta

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