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Vizzola 21.03.2021

Il 21 marzo 1945 a Vizzola vennero fucilati tre giovani partigiani: Ras di 28 anni, Andrei e Milan di 16 anni.

Questa mattina a Vizzola di Fornovo di Taro si è svolta la commemorazione dell’eccidio da parte dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con ANPI Fornovo di Taro, ANPI Collecchio e IC Malerba, con il DS Giacomo Vescovini, e in particolare le classi della Primaria di Riccò che come ogni anno ha preparato un percorso di canti, grazie al Maestro Zarba, e letture.



Commemorazione ufficiale

Sig.ra Carmen Motta

Presidente Istituto Storico della Resistenza e della Età Contemporanea Parma

prima parte del testo. [...]

Tre i giovani partigiani che il primo giorno di primavera, il 21 marzo del 1945, furono fucilati davanti al cimitero di Vizzola, proprio qui dove siamo noi oggi, e fatto scempio dei loro corpi. La più terribile azione di umiliazione che si possa compiere su corpi inermi.

Chi erano questi giovani?

Giuseppe Azzolini, nome di battaglia Andrei, 17 anni partigiano dal primo ottobre 1944 al giorno della sua esecuzione, nato a santa maria del piano, calzolaio come il padre.

Ferdinando Bremi , nome di battaglia Milan, 16 anni partigiano dal 27 ottobre 1944 al giorno della sua esecuzione,nato a santa maria del piano.

Andrea Bianchi, nome di battaglia Ras, 28 anni, partigiano dopo l’8 settembre 1943 fino al giorno della sua esecuzione, di Altopascio, paese in provincia di Lucca, sposato, padre di una bimba, Alberta, bracciante.

Di Bremi si sa che fu ospitato da una famiglia di Parma composta da una signora anziana, una giovane con un bimbo piccolo ma la figlia Alberta che non ha conosciuto suo padre, non è riuscita a scoprirne l’identità.

La loro storia riassunta brevemente.[...]

continua

[...]

Catturati durante un rastrellamento il 14 marzo 1945 a Castrignano di Langhirano dai bersaglieri della divisione ”Mameli” in una operazione antiguerriglia, vengono consegnati ai bersaglieri della divisione “Italia”, che ne pretendono la consegna, e trasportati a Sala Baganza nella sede della Guardia nazionale repubblicana cioè la milizia della Repubblica fascista di Salò. Il 21 marzo i famigliari li poterono incontrare fugacemente e furono rassicurati da chi li aveva in consegna che sarebbero stati rilasciati. Giuseppe, che aveva sul volto i segni della violenza subita dai militari, chiese alla sorella se anche lei fosse stata arrestata e, quasi a volerle consegnare il messaggio che nessuno doveva tradire, le confidò di non aver parlato. I famigliari furono vigliaccamente illusi sulla salvezza dei loro congiunti la cui sorte era già stata decisa perché subito dopo la loro partenza i giovani furono caricati su un camion, condotti a Riccò e poi a piedi, attraverso i campi, al cimitero di Vizzola dove furono trucidati. Ci furono abitanti del paese che da lontano assistettero alla tragedia. Vinta la paura si avvicinarono a quei poveri corpi straziati e ne raccolsero i resti per comporli all’interno della cappella del cimitero. Gesto coraggioso di pietà umana, perché a quei tempi anche la pietà poteva comportare un serio rischio personale. Lo stesso giorno i corpi di Giuseppe e Ferdinando furono trasportati al loro paese natale, la salma di Andrea restò nel cimitero di Vizzola. Finita la guerra furono celebrati due processi ma i responsabili dell’eccidio furono scagionati. Giustizia negata ai famigliari, nessun responsabile che pagò per il crimine commesso fra i comandi fascisti. Per inquadrare meglio questa storia : quale era la situazione militare di allora? Come erano dislocate le forze che si fronteggiavano prima della sconfitta degli eserciti nazifascisti? Mussolini, pur ormai consapevole che la sconfitta era inevitabile, venne nel gennaio 1945 a Ozzano Taro ad incontrare la divisione dei bersaglieri “Italia”, alleata ancora con i tedeschi, per rinforzare l’attività di antiguerriglia partigiana nel territorio tra le valli del Taro e del Ceno, dove la resistenza era più organizzata e numerosa, e quelli delle valli del Parma e dell’Enza, con l’obiettivo strategico di difendere la cosiddetta “linea gotica” che delimitava il confine dell’appennino tosco-emiliano, a sud del quale erano schierati gli alleati anglo-americani in attesa di poter avanzare e liberare il nord Italia unitamente alla resistenza partigiana. I nazifascisti sapevano che crollata quella linea del fronte tutto era perduto. Per questo l’inverno del ‘44/’45 fu il periodo degli eccidi di partigiani, renitenti alla leva, militari che avevano rifiutato di aderire alla repubblica fascista di Salò,e fu il periodo delle rappresaglie più dure anche nei confronti di inermi civili come risposta alle azioni partigiane . Rappresaglie, rastrellamenti, per impedire ai partigiani di assumere il controllo delle principali vie di comunicazione del parmense: passo della Cisa e linea ferroviaria Parma-La Spezia. 155 furono le persone uccise, partigiani, civili, militari, da fascisti e tedeschi. Questi i fatti che ci riportano al ricordo di oggi qui a Vizzola, ma perché lo rinnoviamo ogni anno? Per farne memoria viva e non dimenticare, perché più ci si allontana dagli avvenimenti più questi sembrano distanti dal presente, sfumati nei loro contorni, e soprattutto perché il tempo affievolisce il ricordo delle persone che di quei fatti furono i protagonisti. Ce lo insegna la storia che succede questo, e la storia se non è viva, se viene raccontata unicamente come passato, se non è nutrita di gesti concreti come la nostra presenza oggi, non potrà più aiutare a comprendere il passato unico modo per comprendere il presente e quale futuro vogliamo. Le brevi vite di Giuseppe, Ferdinando,Andrea parlano ancora a noi non come “miti” ma come “esempi” vivi di coraggio, coerenza, passione,lealtà, gratuità del loro straordinario impegno per gli ideali e i valori che volevano fossero di tutti e per tutti. E allora chiediamoci: noi al loro posto cosa avremmo fatto in quei terribili anni di guerra devastante , dopo 20 anni di dittatura del regime fascista e di fronte alla occupazione della Germania nazista del nostro paese? Loro hanno scelto da che parte stare a rischio della vita e dell’esistenza delle loro famiglie per restituire libertà, democrazia, diritti, dignità e pace all’Italia. Non si sono piegati all’indifferenza, hanno affrontato la paura, hanno posto il “noi” davanti all’”io”, hanno donato il bene più prezioso che avevano, la vita. Cosa avranno pensato negli ultimi istanti prima della morte di fronte al plotone di esecuzione di italiani come loro, due ragazzi di 16 e 17 anni e un giovane uomo padre di 28 anni? Accettare la morte è sempre difficilissimo ma ci vuole coraggio, molto coraggio affrontarla come loro sono stati costretti a subirla e ferocemente umiliati perfino dopo la morte. Noi cosa avremmo scelto se fossimo stati al loro posto? Ecco a cosa serve la storia, non solo a conoscere ma a interrogarci nel e sul nostro presente, a chiederci perché tutto questo è avvenuto? Perché queste vite così preziose, come ogni vita, sono state annientate da una furia umana così cieca e violenta? Una risposta c’è ed è sempre la storia che risponde: perché allora fascisti e nazisti, avevano una visione totalitaria, nazionalista, razzista, escludente, discriminatoria dell’umanità; vedevano solo “nemici” e non avversari, concetto molto diverso dal primo, delle loro ideologie, semplicemente da eliminare con qualunque mezzo. Questi convincimenti ideologici hanno generato e generano sempre male ovunque siano stati applicati. E chiediamoci anche oggi accade ancora? Purtroppo si, in tante parti del mondo, a noi non lontane, non in modo uguale al passato perché la storia non è mai uguale a se stessa ma sicuramente tende a ripetersi. Dobbiamo essere consapevoli, molto consapevoli, di questo e comprendere che la speranza del benessere pacifico di tutti, non è un principio astratto ma il frutto delle nostre azioni. La democrazia conquistata quasi 80 anni fa, a così caro prezzo è un bene prezioso ma fragile, da salvaguardare con molta attenzione così come i diritti individuali e collettivi possono non essere per sempre. La disumanizzazione che caratterizzo quei tempi è sempre un rischio in agguato, alto, che bisogna combattere democraticamente ma scongiurare perché rende ciechi, sordi, insensibili a tutto. Fra poco celebreremo la festa della Liberazione, il 25.aprile, in quella ricorrenza ci sono le fondamenta della nostra Costituzione, conosciamola davvero, facciamola nostra, è il faro che potrà sempre guidarci nel presente e ad immaginare, memori del passato, il nostro futuro. Sempre ad occhi aperti sul mondo con fiducia e immensamente grati a Giuseppe, Ferdinando, Andrea, che lo hanno fatto tanti anni fa per noi, per tutti. E con noi carissimi partigiani ci sarete sempre e per sempre, è un impegno solenne che insieme vi dobbiamo, lo dobbiamo a voi ai vostri cari all’Italia democratica.

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Sezione ANPI Fornovo di TARO

Utilizzando, come di consuetudine, il favore del buio, soggetti che si richiamano esplicitamente al fascismo, sia per le parole d’ordine che per atti di violenza in stile squadristico, si sono “distinti” a Fornovo per aver affisso uno striscione abusivo con il quale si proclamano contro l’arrivo di nuovi immigrati.

 Un gesto che nasce da chi, ancora oggi, ostenta razzismo e antisemitismo e - facendo sfoggio di abissale ignoranza - si ostina nel negazionismo più gretto e meschino, volto ad assolvere la dittatura fascista. Per queste ragioni chiediamo da tempo che venga finalmente ad applicarsi la legge Scelba-Mancino per lo scioglimento di questa associazione. [...]

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Aggiungiamo che in questi giorni osserviamo il destarsi di preoccupanti episodi di intolleranza. Dalle gravi parole del ministro Lollobrigida sul pericolo della  “sostituzione etnica”, alle farneticazioni di Antonio Vietri – candidato a Sindaco nel comune di Lavello – circa il suo essere nazista ed auspicare i forni crematori per i migranti, è un quotidiano stillicidio di atti intimidatori di natura razzista. Insulti che spesso degenerano in atti aggressione.

Spesso, troppo spesso, questi atti  capitano perché troppi si girano dall’altra parte, perché il fatto non li riguarda, perché “ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare …”

Se ne scrive in modo generico, distratto e spesso liquidato come “cose di poca importanza”.

Ebbene, con la calma e la pacatezza che ci distingue, ma con altrettanta fermezza, come insegna la nostra storia, non saremo indifferenti, ma Partigiani

Sempre contro ogni fascismo

Ovunque si annidi

Anche su di un triste lenzuolo lungo una strada

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COMUNICATO STAMPA
Sezione ANPI Parma “Laura e Lina Polizzi” Sezione ANPI Fornovo di Parma Sezione ANPI Traversetolo Comitato Provinciale ANPI Parma

Ancora e ancora NO!

Lo ripetiamo già da molti anni e lo ribadiamo ora! Non siamo disposti ad accettare che, nella nostra città come altrove, CasaPound, associazione di fascisti del terzo millennio –come amano definirsi i suoi iscritti -, continui ad affiggere striscioni abusivi di matrice razzista (a Baganzola di Parma, Fornovo di Taro, Traversetolo), riproponendo l’idea di una società fatta di muri nella quale il pericoloso concetto di “sostituzione etnica” possa di nuovo radicarsi. [...]

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Non accettiamo che il discorso pubblico, che nei giorni scorsi ha dato spazio a letture del presente e del passato fuorvianti e fuorviate, nel tentativo di costruire l’immagine del migrante come nemico e capro espiatorio di tutti i mali da cui è afflitta l’Italia, si vada a saldare con parole d’ordine neofasciste e, per questo, violente. In una società chiusa, dove le barriere hanno il colore della paura e dell’ignoranza, non è possibile costruire cittadinanza, non è possibile vivere secondo i dettami della nostra Costituzione. Non c’è spazio per il rispetto dell’altro da noi, per l’umanità, colpita nel profondo da tutte le guerre in atto nel mondo, dal riarmo e dall’odio. Pertanto chiediamo a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di uscire dal conformismo, di rifiutare il pensiero unico e la narrazione pubblica, per ricercare il vero senso della convivenza civile e della solidarietà. Diciamo di NO insieme a questi atti razzisti, a questa presenza che si palesa sempre nel buio della notte, per continuare a rimanere donne e uomini che si impegnano per l’uguaglianza sociale e per la pace. Anche se queste parole sembrano essere cadute nell’oblio, sono invece la nostra forza e, per questo, dobbiamo continuare a pronunciarle nel privato e nelle piazze.

NO a CasaPound NO al razzismo SÌ all’uguaglianza SÌ alla Pace 

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2 giugno a fornovo

Insieme la Sindaca, Michele Zanetti, la sezione ANPI di Fornovo di Taro, ha partecipato alla consegna della Costituzione ai nei maggiorenni. Nel nostro intervento abbiamo ricordato come questa Carta – antifascista, liberale e sociale . sia nata dalla lotta di Liberazione prima, quindi dalla vittoria nel referendum del 1946 e successivamente dal lavoro straordinario in assemblea Costituente. Non più sudditi, Cittadini


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