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Una Via per “Ilio”

A Caltanisetta il 12 settembre 2023 è avvenuta l'intitolazione di via Luigi Cortese a Caltanissetta.
La lettera del presidente Comitato Provinciale di Parma
Nicola Maestri
Carissimi tutti e tutte.
Il 9 settembre del 1943, Gino Cortese
partecipò, a Villa Braga, alla prima riunione costitutiva della Resistenza che
sancì l’inizio della lotta armata al fascismo. [...]
[...]
Se pensiamo che all’età di 23 anni, senza
conoscenza del territorio, fu incaricato di organizzare la resistenza in Val
d’Enza, ci rendiamo conto della statura morale e dello spirito indomito
dell'uomo.
Non per nulla in breve tempo, Gino Cortese divenne il Commissario
“Ilio”, commissario politico della 47a Brigata Garibaldi (la Brigata dalla
“testa calda” secondo una felice definizione dell’ANPI) e poi della Divisione
Ottavio Ricci. Con sprezzo del pericolo,
Cortese assistette e sostenne i compagni, fu ferito, fu catturato e fu
condannato a morte.
Il bombardamento del carcere di Parma ad opera degli
Alleati rappresentò la sua insperata salvezza.
Il 25 aprile del 1945 alla testa della brigata
Garibaldi, Gino Cortese liberò Parma.
Per il nostro territorio "Ilio"
rappresenta un caposaldo del mondo resistenziale.
Siamo felici e orgogliosi per la scelta che il
Comune di Caltanissetta ha voluto compiere.
Lo meritano Ilio e la sua storia;
lo merita la sua famiglia; lo merita il caro figlio Enrico che abbiamo la fortuna
di aver conosciuto; lo merita la sua città che lo ha visto crescere, andarsene
e tornare.
Lo merita la memoria di Luigi Cortese, Partigiano "Ilio",
un uomo che ha speso la sua vita battendosi per un mondo libero ed equo e si è
prodigato per un mondo migliore.
Siamo con voi con il cuore e con la mente.
Un abbraccio forte e fraterno.
Nicola Maestri
Presidente Provinciale ANPI Parma
e tutto il Comitato
Caro Nicola,
in calce alcune foto dell'intitolazione di via Luigi Cortese a Caltanissetta.
La tua lettera ha commosso tutti, la famiglia Cortese e noi ti siamo molto grati per esserci stato vicino in questo giorno così importante.
A leggerla la compagna della sezione "Gino Cortese" di Caltanissetta Fabiola Cammarata.
Un grande abbraccio a te e a tutti i compagni dell' A.N.P.I. Parma
Claudia, ANPI Caltanisetta
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La Via Maestra

La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.[...]
[...]
Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne), a partire da:
► il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali– superando la precarietà dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari, col rinnovo dei contratti, e le pensioni oltre al superamento della Legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.
► il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura; investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della
prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.
► il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.
► il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza lasciando tante persone senza alcun sostegno.
► il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal PNRR le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.
► una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta. Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione. Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con le misure che si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse
dell’impianto della Repubblica, come:
► l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;
► il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.
La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità del popolo, la responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti delle donne, il dovere della solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – ha delineato un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad assicurare questi principi costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio
periodico del voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.
Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando.
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solidarietà ANPI Sarzana
L’Anpi di Parma fa appello alla Sindaca di Sarzana e alla Giunta comunale affinché si adoperino con urgenza per cercare una soluzione alla grave situazione venutasi a creare in relazione allo “sfratto” dalla propria sede dell’Anpi di Sarzana. [...]
[...]
Non è accettabile che in una delle città italiane simbolo della lotta antifascista l’Associazione dei partigiani, tradizionalmente attiva nel far conoscere ed approfondire le tematiche su cui si fonda la nostra democrazia, si trovi a dover sospendere il proprio programma culturale e a non sapere dove spostare il proprio patrimonio documentario.
Per questo siamo solidali con le amiche e gli amici dell’Anpi di Sarzana e con i cittadini tutti che domani parteciperanno al presidio organizzato in piazza Luni per chiedere all’amministrazione comunale una soluzione temporanea che permetta il trasloco dell’archivio, dei mobili e dei materiali attualmente in sede.
Nella speranza che questo sia stato solo un incidente di percorso e che ci sia una reale volontà di affrontare il problema in modo positivo, noi dell’Anpi di Parma contiamo molto su uno sviluppo rapido della situazione, in modo da avere la certezza che i valori dell’antifascismo e della Resistenza – su cui si basa la Costituzione italiana - siano ancora al centro delle politiche comunali, al centro di ogni agire democratico delle nostre Istituzioni.

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