Archivio della categoria: XXVAprile

Comitato Provinciale

06 maggio 2023
relazione politica di Nicola Maestri
Presidente Comitato Provinciale ANPI

Carissime e carissimi. Più che una relazione il mio vuole essere in realtà un sincero ringraziamento rivolto a tutte le sezioni della Provincia per la mole di lavoro prodotta e per l'impegno profuso in tutto questo anno abbondante che abbiamo trascorso insieme, in cui ogni singola sezione ha costruito e organizzato, mettendo in campo idee, sensibilità, forza, disponibilità e peculiarità dei propri iscritti. [...]

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Un lasso di tempo in cui ogni comunità territoriale ha potuto esprimersi autonomamente o chiedendo il patrocinio del provinciale. Sono stati quattordici mesi proficui di condivisione in cui la nostra Associazione ha cercato di crescere dando risposte concrete laddove è stato possibile farlo, e al tempo stesso essendo presenti condividendo passaggi, prese di posizione e assunzione di responsabilità. Spero sinceramente si possa percepire questo profondo senso di gratitudine nei confronti vostri e di tutti i militanti delle sezioni, anche considerando la gestione di tutti gli eventi che si sono susseguiti per l'appuntamento della Festa di Liberazione. Come sapete a Parma sì è svolta un'imponente manifestazione che ha visto la partecipazione festosa di migliaia di persone con la presenza di tantissimi giovani che hanno affollato il corteo. A differenza dello scorso anno questa volta abbiamo avuto l'importante opportunità di poter portare il saluto delle tre Associazioni partigiane a tutti i partecipanti. Saluto che a noi sembrava doveroso, ma vi assicuro che non c'era nulla di scontato, tanto che nella prima bozza di interventi, il nostro saluto non era preventivato. Al tavolo per le celebrazioni del 25 Aprile, composto da diversi attori tra i quali l'Amministrazione comunale, la scuola, le Associazioni antifasciste, gli Istituti storici e altri soggetti, abbiamo chiesto ai nostri interlocutori quale fosse se non questo il momento più naturale e opportuno per portare un saluto alla cittadinanza. A onor del vero dobbiamo riconoscere che l'attuale compagine amministrativa ci ha ascoltato e anche supportato in questa nostra richiesta. Anche nella scelta dell'oratore ufficiale abbiamo potuto esprimere preferenze tant'è che il nome del relatore lo abbiamo proposto noi di ANPI provinciale, con l'approvazione delle altre Associazioni partigiane Alpi e Anpc e anche di Isrec. Detto ciò ritengo sia importante sottolineare anche l'aspetto di natura politica, nonostante il clima festoso, ovvero al fatto che di fronte alle reiterate provocazioni messe in atto da esponenti del governo e soprattutto da parte della seconda carica dello Stato, si è registrata indubbiamente una volontà di esserci, una necessità di riaffermare, attraverso questa significativa presenza, i valori antifascisti di un' Italia che non ha nessunissima intenzione di lasciare spazio a questa deriva reazionaria e smaccatamente fascista. Come abbiamo avuto già modo di dire e scrivere è bene comunque ricordare al Presidente del Senato che la Costituzione italiana è dichiaratamente antifascista: non tanto e non solo perché essa contiene la famosa XII Disposizione transitoria e finale, quella che vieta “la ricostruzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”. Quanto perché ogni singolo articolo della Costituzione, soprattutto nella parte in cui si dichiarano i principi fondamentali sui quali si regge la Repubblica, è scritto in modo trasparente e in antitesi con la teoria e la prassi del fascismo. Basterebbe davvero questo per colmare lacune e smascherare queste castronerie rilanciate ai quattro venti. Il nostro timore però è che dietro ci possa essere un disegno più complesso e articolato che possa trovare terreno fertile causa la diffusa ignoranza e un livello di menefreghismo tale per cui questa becera forma di revisionismo possa in qualche modo attecchire e fare danni devastanti. Da qui la vulgata che equipara vergognosamente fascisti e antifascisti. Ma la più bella risposta a queste meschinità rimangono le piazze piene e gioiose, composte da persone di tutte le età, che con vigore hanno ribadito che non è possibile parificare chi metteva a ferro e fuoco città e villaggi e compiva stragi di civili con chi invece difendeva ogni barlume di umanità e ha combattuto il totalitarismo nazifascista. In questi giorni, da ogni luogo più remoto della provincia, abbiamo ricevuto fotografie e preziose testimonianze che ci lasciano ben sperare. Nei paesi dove siamo presenti con le nostre sezioni, ANPI è vissuta come una certezza, un porto sicuro su cui contare e dove trovare un approdo. Da quest'anno sezioni come quelle di Felino e Lesignano de' Bagni, sono tornate ad essere luoghi vivi e pulsanti, comunità riconosciute anche da amministrazioni di centrodestra. Questo è un evidente esempio di come possa risultare determinante avere un presidio democratico e antifascista in qualsiasi territorio. Ogni amministrazione comunale, anche quelle più riottose nel riconoscere l'autorevolezza di ANPI, sono e saranno costrette a intraprendere rapporti con noi, badate è quasi inevitabile. Ho già detto di Felino e Lesignano, aggiungo Tizzano val Parma, dove lo scorso anno l'amministrazione comunale non permise nemmeno che venisse suonata e cantata Bella Ciao; quest'anno invece ha preso la parola la nostra neo presidente di sezione, mentre la banda, non solo ha suonato questo meraviglioso brano, ma i ragazzi delle scuole di Lagrimone l'hanno cantata nella commozione generale. La stessa scena si è vista anche nei paesi di Sissa-Trecasali, Monchio-Palanzano e Bore, dove le nostre gagliarde nuove sezioni, hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita delle celebrazioni per la Festa della Liberazione. Abbiamo altre due realtà che stanno prendendo corpo e mi riferisco a Borgo val di Taro, città medaglia d'oro alla Resistenza, che dopo l'incontro pubblico che abbiamo avuto poco più di un mese fa, sta registrando un'impennata di nuovi iscritti e questo, in vista del congresso che si terrà nei prossimi mesi è davvero benaugurante. L'altra è Montechiarugolo, dove un bel gruppo di simpatizzanti sta mettendo le basi per poter tornare a dar vita alla sezione ANPI locale e dove l'attuale Amministrazione Comunale si è impegnata per trovare una collocazione fisica idonea alle esigenze del nuovo soggetto che sta nascendo. Abbiamo all'orizzonte altre situazioni favorevoli ma crediamo sia opportuno aspettare i giusti tempi di maturazione per renderli pubblici. Tuttavia il futuro prossimo davanti a noi non è tutto positivo, soprattutto se consideriamo lo scenario politico nel nostro Paese e in particolare di fronte a questa guerra a cui ci stiamo colpevolmente abituando. Manca un'indignazione civile profonda e continuativa. È vero, molte decisioni passano sopra le nostre teste, ma questo non deve essere un elemento che ci deve tranquillizzare, semmai il suo contrario. Da settimane leggiamo e ascoltiamo di scenari più o meno allarmanti sul destino del Pnrr e sulla possibilità nonché capacità di portare a compimento il piano di riforme previsto, pena la perdita delle altre quote di quel volume enorme di risorse in arrivo dall'Europa. Di fronte a devastanti scenari bellici questo sembra nulla, ma dalla capacità di gestire questi fondi dipenderà buona parte del futuro della nostra nazione e del tenore di vita degli italiani. Tra le questioni più delicate per non dire più drammatiche, che la materia solleva, rientra il destino della sanità pubblica, oggi sull'orlo del collasso. Se a tutto questo aggiungiamo la bomba ad orologeria rappresentata dall'autonomia differenziata e da qual presidenzialismo ostentato come promessa elettorale da parte del nostro attuale governo, il cerchio è chiuso. Va da sé che la nostra Associazione non può e non potrà ostacolare da sola questa avanzata delle forze più retrive, ma sarà fondamentale stimolare il dibattito tra i partiti e l'opinione pubblica per trovare insieme le soluzioni più efficaci e condivise possibili. Noi ci siamo con la nostra storia e i nostri valori di solidarietà, equità e giustizia. Ma nel frattempo godiamoci questo squarcio di azzurro nel grigiore diffuso. Siamo consapevoli di ciò che ci attende, saranno mesi e anni difficili, ma non per questo intendiamo

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Grazie Italia …

"Grazie Italia, grazie ANPI per questo straordinario 25 aprile. Ora avanti per una nuova Liberazione" 
Gianfranco Pagliarulo

Eccolo, il nostro #25Aprile: una partecipazione eccezionale, dal nord al sud, da Cagliari a Milano passando per Roma, Bologna, Genova, per i cento e cento campanili della penisola più affascinante del mondo.

E ovunque una comunità repubblicana e antifascista, entusiasta e assieme ordinata. Una festa di popolo di dimensioni inusitate, ma anche un monito per chiunque coltivi la sciagurata idea di manomettere la Costituzione [...]

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E, ancora, una mobilitazione generale contro chi intenda far rivivere oggi, sotto qualsiasi forma, le mostruosità del tempo nazifascista.

Eccolo, il popolo della Costituzione, che contrasta la solitudine sociale e lo smarrimento davanti a un mondo - diciamolo - che sembra aver dimenticato i fondamentali della convivenza umana.

Questo popolo si è ritrovato unito e combattivo, sorridente e determinato. Il 25 Aprile 2023, il nostro 25 Aprile, è stato una grandiosa sagra della vita, della memoria dei giorni di Liberazione, del desiderio di un presente che ripudia la guerra e invoca la giustizia sociale, dell'impegno per un domani in cui finalmente si adempia all'obbligo di attuare integralmente la Costituzione.

Dire "grazie" significa esprimere un sentimento di affettuosa riconoscenza, vuol dire rappresentare uno scambio che sormonta e esclude le leggi del mercato, intende comunicare con la parola il gesto dell'abbraccio.

Grazie, allora.

Grazie allo straordinario numero di cittadine e cittadini che hanno dato vita a una straordinaria giornata. Grazie a voi, compagne e compagni dell'#Anpi, che siete stati i tenaci costruttori di questa giornata. Grazie a voi, che, assieme alle istituzioni, alle autorità e al mondo dell'associazionismo, avete regalato all'Italia la sua più bella fotografia.

Grazie a voi, voi dell'Anpi, volontari dell'antifascismo, militanti della democrazia, che siete stati l'anima di una giornata memorabile.

Grazie a voi, portatori della memoria partigiana e del sogno di una società di liberi ed eguali, e perciò antifascista.

Questo è e sarà, costituzionalmente.

Per una nuova Liberazione.


Gianfranco Pagliarulo

28 aprile 2023

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xxvaprile 2023 – il saluto di Nicola Maestri

Buongiorno a tutte e tutti voi

Saluto le autorità e mi inchino davanti al libero gonfalone della città di Parma, la cui medaglia d'oro brilla come non mai nello spirito indomito di questa città profondamente antifascista.

029


Porto il saluto di ANPI provinciale e delle altre associazioni partigiane Alpi e Anpc. Nel giorno che rappresenta la Festa della Liberazione in cui tutte le persone autenticamente democratiche dovrebbero identificarsi vorrei focalizzare due elementi, la Resistenza e la Costituzione [...]

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[...] i due fari luminosi, due momenti indissolubili della stessa vicenda della storia d’Italia rinata dopo il fascismo e la guerra. Dove cade l’una, cade anche l’altra. Dove la prima si rinvigorisce, anche la seconda si rafforza e si compie. Alcuni mesi fa la Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, ha compiuto 75 anni di vita; occorre fare una profonda riflessione. Ma il bilancio della Costituzione non si potrà fare se non si farà insieme il bilancio dello spirito della Resistenza.


Sentiamo attorno a noi le solite obiezioni e la devastante opera demolitrice del revisionismo vero, quello che vuole equiparare fascisti e antifascisti in una melassa grigia deresponsabilizzante.

Analizzando affermazioni e comportamenti che si insinuano diffondendosi all'Interno degli organi dello Stato e della società civile, si alimenta la falsa convinzione che compiere rastrellamenti o stragi di civili e combattere per liberare l’Italia dal totalitarismo siano azioni che hanno, specularmente, lo stesso valore. Azioni ignobilmente parificate e destinatarie della ricerca di inopinata pacificazione.

Per cui è lecito domandarsi: esiste ancora lo spirito della Resistenza?

E se esiste, non è esso alimentato da pochi e sparuti fedeli che sono una piccolissima minoranza di pazzi in una nazione di savi?


E infine, fossero pur molti i fedeli, non è la situazione di oggi tanto mutata da quella in cui la Resistenza operò, che è assurdo e inutile, pretendere di tramandarne lo spirito?

Primo: lo spirito della Resistenza non è morto. E’ morto in coloro che non l’hanno mai avuto e a cui del resto non lo abbiamo mai attribuito. Che non sia morto è dimostrato dal fatto che non vi è grave evento della nostra vita nazionale in cui non si sia fatto sentire ora per elevare una protesta, ora per esprimere un ammonimento, ora per indicare la giusta strada della libertà e della giustizia.


Secondo: che i devoti dello spirito della Resistenza fossero una minoranza, lo abbiamo sempre saputo e non ce ne siamo né spaventati né meravigliati. In ogni nazione i savi, cioè i benpensanti, sono sempre la maggioranza; i pazzi, cioè gli ardimentosi, sono sempre la minoranza. Come al teatro: quattro attori in scena e mille spettatori in platea, i quali non recitano né la parte principale né quella secondaria; si accontentano di assistere allo spettacolo per vedere come va a finire e applaudono il vincitore.

Terzo: sì, la situazione è cambiata, non c’è più la guerra, lo straniero in casa, il terrore nazista. Ma quando invochiamo lo spirito della Resistenza, non esaltiamo soltanto il valore militare, le virtù del soldato che si esplica nella guerra combattuta, ma anche il valore civile, le virtù del cittadino di cui una nazione per mantenersi libera e giusta ha bisogno tutti i giorni, quella virtù civile che è fatta di coraggio, di prodezza, di spirito intrepido, ma anche, e più, di fierezza, di fermezza nel carattere, di perseveranza nei propositi, di inflessibilità. Ciò che ha caratterizzato il partigiano è stata la sua figura di cittadino e insieme di soldato, una virtù militare sorretta e protetta da una virtù civile. Non vi è nazione che possa reggere senza la virtù civile dei propri cittadini. Ebbene l’ultima rivelazione di questa virtù è stata la lotta partigiana.

Lì la nazione deve attingere i suoi esempi, lì deve specchiarsi, lì troverà e lì soltanto, le ragioni della sua dignità, la consapevolezza della propria unità, la sicurezza del proprio destino. Proprio qui nella nostra amata piazza, di fronte a noi, sotto il palazzo del Governatore, nel settembre del 1944 vennero fucilati dalla brigata nera sette cittadini inermi dopo indicibili

torture, vittime di rappresaglia fascista.

Tra i sette c'era anche mio nonno materno Eleuterio. Se oggi mi trovo qui davanti a una piazza così viva e pulsante significa che quelle morti non furono vane, nulla andrà perduto se avremo la forza e la volontà di tramandare la memoria e renderla attuale.


Concludo salutandovi caramente e con altrettanto affetto vorrei ricordare oggi e ogni giorno che verrà i nostri Partigiani e le nostre Partigiane che per far sì che noi potessimo vivere da individui liberi hanno donato il bene più prezioso che avevano a loro disposizione: la vita!

Viva la Costituzione Antifascista!

Viva la Resistenza!

Viva il 25 Aprile!


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Parma Today: intervista a Nicola Maestri

Liberazione, il presidente dell'Anpi
 "La Costituzione è antifascista
certe frasi non fanno onore a chi ha pagato con la vita la libertà"



Intervista a Nicola Maestri in attesa del 25 aprile: "Il 1° settembre 1944, sette cittadini inermi, tra cui Eleuterio Massari, mio nonno materno, vennero prima orrendamente torturati e mutilati e poi barbaramente assassinati"


Domani, martedì 25 aprile Parma, città medaglia d'oro della Resistenza, tornerà in piazza per ricordare il 78esimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo. Il corteo istituzionale partirà alle ore 10.15 da piazzale Santa Croce per per concludersi alle 11 in piazza Garibaldi. Nicola Maestri, presidente del comitato provinciale Anpi di Parma, prenderà la parola al termine del corteo in rappresentanza delle Associazioni partigiane. [...]

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Per il 78esimo anniversario della Liberazione a Parma ci saranno tanti eventi e il tradizionale corteo istituzionale. Qual è il valore, per l'Anpi, della memoria delle vicende resistenziali e della Liberazione dal nazifascismo nel 2023? 


"Per l’Associazione che mi onoro di rappresentare, la memoria, che è esercizio differente dal ricordo, è tutto ciò che un essere umano riesce ad inglobare durante il proprio percorso terreno, attraverso le proprie esperienze, che, una volta sedimentate andranno a formare una coscienza, prima personale e poi collettiva. Lo sforzo a cui devono tendere tutti gli individui autenticamente democratici è quello di arrivare a una memoria non solo collettiva ma anche condivisa e occorre farlo poggiando su quei valori che mossero i resistenti ottant’anni fa. Persone di ogni ceto sociale e di diversa estrazione politica che prima si organizzarono militarmente per contrastare il nazifascismo e poi, una volta riacquistate pace e libertà, ebbero la grande visione e capacità di fare perfetta sintesi delle diverse sensibilità scrivendo una Carta Costituzionale che ancora oggi è sinonimo di equilibrio e obiettività. Quest’anno, tra le altre cose, la festa della Liberazione coincide con l’80º anniversario dall’inizio della lotta di resistenza. Anche in quei giorni i visionari erano una sparuta pattuglia, che però ebbero il merito di indicare la strada della giustizia e della libertà. I valori di ottant'anni fa oggi sono i medesimi ad ogni latitudine, l'impegno gravoso è quello di farli rivivere e poggiare su nuove gambe, su nuove braccia, attraverso nuove teste pensanti"


Sarà la prima Festa di Liberazione del governo Meloni, cosa ne pensa delle dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa sulla nostra Costituzione? 


"Anpi non è un partito politico, in questo senso siamo apartitici, ma facciamo politica quotidianamente. La nostra Associazione nella propria azione, si sforza di fungere da pungolo per i partiti affinché si occupino della Polis, ovvero dei bisogni effettivi delle persone. Per cui da democratici quali siamo, accettiamo qualsiasi responso arrivi dalle urne. Detto ciò, analizzando affermazioni e comportamenti reiterati da parte di chi ricopre cariche istituzionali, la preoccupazione è davvero palpabile. A tal proposito farei un piccolo passo indietro. Ovvero, durante il ventennio della dittatura fascista si impediva anche l'immaginazione. Prima ancora delle leggi razziali, prima dell'entrata in guerra, delle decisioni irrevocabili e della Repubblica di Salò, il fascismo ha messo in atto una progressiva e violenta attività di repressione delle libertà fondamentali. Non solo i partiti, ma anche le associazioni venivano proibite e definite sovversive. Per tornare al nucleo della domanda, riferendomi all'ultima sortita della seconda carica dello Stato, non uno sprovveduto, egli sa benissimo che la Costituzione italiana è dichiaratamente antifascista: non tanto e non solo perché essa contiene la famosa XII disposizione transitoria e finale, che vieta "la ricostruzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista." Quanto perché ogni singolo articolo della Costituzione, soprattutto nella parte in cui si dichiarano i principi fondamentali sui quali si regge la Repubblica, è scritto in modo trasparente in antitesi con la teoria e la prassi del fascismo. Basterebbe questo per smentire certe castronerie, ma la vera preoccupazione è che queste forme di becero revisionismo rischiano di fare presa su un'opinione pubblica spesso distratta e poco informata. Diciamo che regalare ignoranza e menefreghismo a così basso costo non fa onore al nostro Paese e ancor meno a chi si è battuto, pagando con la vita, la libertà riconquistata".


Tre episodi significativi della Resistenza nel parmense che tutti i parmigiani dovrebbero conoscere...


"Gli episodi sono purtroppo tantissimi, basta fare un giro in città e nella nostra provincia per prendere visione della costellazione di cippi e lapidi che ricordano eccidi perpetrati ai danni di partigiani, antifascisti e civili uccisi da nazisti e fascisti. Per cui non mi sento di stilare una sorta di classifica, perché tutti meritano attenzione, rispetto ed estrema gratitudine. Ma alcuni eccidi hanno colpito emblematicamente l'immaginario collettivo. Pensando alla città non posso non citare l'eccidio di piazza Garibaldi del primo settembre 1944, in cui sette cittadini inermi vennero prima orrendamente torturati e mutilati e poi barbaramente assassinati sulla nostra piazza principale. Una storia che ha colpito duramente anche la mia famiglia, perché tra quei sette uomini c'era anche Eleuterio Massari, il mio nonno materno. Alzando lo sguardo oltre le mura della città, verso la provincia, penso in particolare all'eccidio di Bosco di Corniglio, episodio sanguinoso in cui a causa di una delazione venne decapitato il Comando Unico Partigiano. In quell'occasione vennero uccisi sei resistenti, compreso il Comandante unico delle Brigate Partigiane Giacomo di Crollalanza, "Pablo".


Avrei potuto narrare anche delle gesta eroiche di uomini e donne della Valtaro, della Valceno, della Valbaganza, della Valparma e di tutta la Bassa parmense, perché davvero ogni luogo di Parma e Provincia ha contribuito per ottenere la libertà. Ma tra i tanti e le tante martiri mi hanno sempre colpito le vicende di Giacomo Ulivi e Giordano Cavestro, due giovani ragazzi uccisi diciannovenni che oltre alla giovane età li accomunava uno spessore umano e culturale fuori dalla norma. Ulivi, la cui lettera dedicata agli amici fa riflettere profondamente sul fatto che ogni individuo deve assumersi le proprie responsabilità, venne fucilato in Piazza Grande a Modena. Giordano Cavestro dopo essere stato catturato sul Montagnana, quando venne decimato il distaccamento "Griffith", sarà fucilato a Bardi assieme ad altri tre partigiani. Senza dimenticare lo studente del liceo Romagnosi Marco Pontirol Battisti, ucciso dai fascisti a San Michele Torre a diciassette anni. Di lui ne parla con affetto nel suo libro "C'era un ragazzo, un partigiano", Renato Lori "Crik". Ma il pensiero corre anche a due donne valorosissime, Ines Bedeschi ed Enrichetta Cabassa. Due figure fulgide della Resistenza nel Parmense. Collaborarono insieme portando a termine fino quasi alla Liberazione, numerosi e delicati incarichi di fiducia. Tra questi erano previsti i collegamenti tra il Comitato di Liberazione Nazionale, i partiti clandestini e i comandi Partigiani regionali.


Ines Bedeschi, torturata a lungo dai nazisti senza ottenere alcuna confessione, verrà fucilata alla fine di marzo del 1945 e il suo corpo verrà gettato nel fiume Po nei pressi di Mezzano Rondani vicino a Colorno. Enrichetta Cabassa, una giovane madre che per guadagnarsi la vita faceva la sarta, aveva il marito disperso in guerra. Si distinse per affidabilità e grande coraggio. Morirà a Palanzano per lo scoppio accidentale di una bomba. La componente femminile ha giocato un ruolo fondamentale nella Resistenza. A questo proposito voglio ricordare anche la figura di Laura Polizzi, partigiana"Mirka", una delle personalità più famose e amate della Resistenza. Note le sue azioni in difesa dei movimenti democratici anche nel dopoguerra, in particolare mi piace ricordare il fatto che all'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea, fonda l'Archivio delle donne. È stata componente della dirigenza e del Comitato Nazionale dell'Anpi e per lungo periodo Presidente provinciale della nostra Associazione. Recentemente il Comitato di sezione ha deciso di dedicare a lei e alla sorella Lina, anch'essa partigiana, la locale sezione cittadina"


Qual è lo stato di salute dell'Anpi di Parma, anche in termini di partecipazione, e quali sono i vostri progetti per i prossimi mesi?


"L'Anpi provinciale di Parma, da quando questa segreteria si è insediata nel marzo dello scorso anno, ha messo tra le sue priorità quella di tornare ad essere protagonista su tutto il territorio provinciale. Ogni sezione, a partire da quella cittadina, mette in atto diverse strategie di approccio che vanno nella direzione di sensibilizzare, soprattutto verso le nuove generazioni, temi quali quelli della memoria storica a noi particolarmente cara. Come ANPI provinciale stiamo lavorando per essere presenti e radicati su tutta la nostra provincia. Gli iscritti al 2022 sono circa 2.500. In questi mesi abbiamo inaugurato quattro nuove sezioni in territori cosiddetti vergini, in cui ANPI prima delle nuove aperture non aveva mai avuto presidi. Mi riferisco a Monchio-Palanzano, Tizzano Val Parma, Sissa-Trecasali e Bore. Inoltre sono tornati ad essere due sezioni vive e pulsanti quelle di Felino e Lesignano de' Bagni, che abbiamo inaugurato con il congresso nei mesi scorsi. Stiamo operando con lo stesso criterio con le sezioni di Borgo val di Taro, città medaglia d'oro alla Resistenza e Montechiarugolo. Inoltre abbiamo contatti molto concreti per costituire una sezione dell'Alta Valtaro, che comprende i comuni di Bedonia, Compiano e Tornolo.


Al contempo si sta verificando la medesima operazione nel comune di Neviano degli Arduini, territorio storico molto importante dove la resistenza in quel luogo ci ha consegnato pagine epiche. Nel Comune capoluogo si sono già avuti interessanti contatti con le studentesse e studenti dell'Università di Parma per essere presenti anche in quel luogo formativo. Come segreteria provinciale ci siamo adoperati per rendere più fruibile e immediato il nostro sito internet, con l'obiettivo di fare rete mettendo in contatto tra loro tutte le articolazioni territoriali Anpi della provincia. È un'opera sicuramente ambiziosa ma con passione e caparbietà si possono superare montagne all'apparenza invalicabili, proprio come fecero le nostre Partigiane e i nostri Partigiani quando decisero che era giunto il momento di ribellarsi alla sanguinosa dittatura fascista. Invito tutta la cittadinanza a partecipare al corteo per festeggiare insieme in modo consapevole e attivo il 78° anniversario della Liberazione"


Christian Donelli 

Giornalista ParmaToday

24 aprile 2023

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xxvaprile 2023

"Viviamo un difficile inverno per le persone e per la democrazia. Stiamo organizzando un 25 aprile di nuova primavera e di memoria attiva: il Paese si riunirà intorno a quella straordinaria stagione di speranza. Conquistammo democrazia, libertà e giustizia sociale, che non sono mai date una volta per sempre. E non basta difenderle; dobbiamo espanderle ogni giorno, come se ogni giorno fosse il 25 aprile".
G.Pagliarulo

XXV Aprile 2023

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