Archivi del mese: Giugno 2025

30 Giugno 2025 – Le parole di ANPI Provinciale

discorso di Nicola Maestri Presidente Comitato Provinciale ANPI Parma

Nel porgervi il saluto convinto di ANPI provinciale Parma ci tengo a sottolineare che la nostra Associazione è ostinatamente presente in tutte le piazze e in ogni luogo dove ci si batta per la giustizia, per la libertà, per i diritti, contro ogni forma di violenza e prevaricazione, come purtroppo avviene anche ora e ancora a Gaza da parte del governo criminale di Netanyahu o in Ucraina da parte della Russia imperialista di Putin, ma anche negli Stati Uniti, con il crescente e ormai palese autoritarismo e come purtroppo in tante altre parti del mondo, dall’ indo-Pacifico all’Africa al Sudamerica, senza escludere e dimenticare ciò che sta avvenendo in casa nostra.

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Nel secolo breve, l’umanità si è inginocchiata davanti al baratro due volte. Due guerre mondiali, cento milioni di morti, la Shoah, le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, il terrore dell’equilibrio nucleare che ha gelato il mondo per decenni. Tutto questo, ci avevano detto, non sarebbe mai più dovuto accadere. Ma a ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’Europa torna a marciare al passo della guerra, con il passo pesante e cieco del riarmo. I Paesi della Nato, Italia inclusa, hanno deciso di portare la spesa militare fino al 5% del Pil entro il 2035. Un salto mai visto, una corsa che non porta alla pace, ma al suo contrario.

Le cifre parlano chiaro: si tratta di decine e decine di miliardi sottratti ogni anno non al superfluo, ma al necessario. A sanità, assistenza, scuola, università, ambiente, cooperazione allo sviluppo. Ogni euro investito nelle armi è un euro negato alla costruzione di futuro. Perché – lo sappiamo bene – i bilanci non sono elastici all’infinito. Ci è stato ripetuto fino allo sfinimento che le risorse sono limitate, che “non ci sono i soldi”, per gli asili nido, per gli ospedali, per i giovani ricercatori, per i disabili, per la casa. Ma all’improvviso, con la narrazione della minaccia alle porte, le regole sono saltate. Il vincolo di bilancio si allarga solo per armarsi o per fare leggi liberticide come il decreto sicurezza.

Non possiamo tacere di fronte a questa scelta che tradisce lo spirito dell’Europa nata dalla riconciliazione, che piega i paesi dell’Unione – che della Nato è la parte politicamente debole, è evidente – a logiche militari imposte da fuori. La subalternità all’alleato statunitense – oggi guidato da un Donald Trump senza scrupoli di nuovo alla Casa Bianca – è manifesta e pericolosa. L’Europa, pur nella sua fragilità, ha una responsabilità storica: essere laboratorio di pace, non retrovia logistica di nuovi conflitti globali.

Dietro l’apparente razionalità dei numeri, delle percentuali, delle “minacce da contrastare”, si nasconde una visione tragicamente miope: quella che crede che l’unico modo di evitare la guerra sia prepararsi a farla. Una logica fallita, smentita dalla storia e dalla realtà. Le guerre nascono non solo dalla forza, ma dall’ingiustizia. E la vera sicurezza nasce dalla giustizia sociale, dall’istruzione, dal lavoro, dalla coesione. Non dai carri armati.

Non si tratta di ignorare i pericoli del mondo. Si tratta di scegliere da che parte stare. Se dalla parte della paura o della speranza, dalla parte della logica del nemico o della cultura del dialogo. Se dalla parte della morte o della vita.

Da tempo questo popolo in cammino ha scelto da che parte stare, ovvero dalla parte della vita, della speranza e della ricerca incessante di un mondo migliore.

Rimane l’abbraccio e la speranza che le follie delle guerre si possano fermare.

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30 Giugno 2025 – Manifestazione Parma

no alla guerra !

30giugno

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Segreteria Nazionale 10 Giugno 2025

ABBIAMO SOSTENUTO LA CAMPAGNA REFERENDARIA PERCHÉ I TEMI RIGUARDAVANO QUESTIONI COSTITUZIONALI CENTRALI: I DIRITTI SOCIALI E CIVILI. QUESTA RIMANE LA MISSIONE DELL’ANPI, CHE RIBADIAMO E SU CUI DOBBIAMO OPERARE SEMPRE MEGLIO


Ringraziamo tutti coloro che sono andati a votare e siamo orgogliosi del grande impegno e della straordinaria partecipazione di tanti nostri iscritti e dirigenti per portare gli elettori alle urne e per far votare Sì ai quesiti referendari.

Era evidente che il problema principale era il raggiungimento del quorum. Ma il 30.5% di partecipazione al referendum è un dato senza dubbio negativo.

Ha senza dubbio pesato negativamente la politicizzazione del referendum, causata dall’ostentata campagna del governo per l’astensione, come se fosse una battaglia fra il governo e l’opposizione. 

La campagna referendaria si è svolta fra estreme difficoltà, in primo luogo perché è mancato il trascinamento del referendum sull’autonomia differenziata, ritenuto inammissibile dalla Consulta, in secondo luogo perché la campagna non si è abbinata alla prima tornata delle elezioni amministrative, in terzo luogo per il boicottaggio di tanti mezzi di informazione, a cominciare dalle reti RAI.

Peraltro, nonostante l’importanza dei temi in oggetto, lo strumento referendario si è rivelato anche in questo caso insufficiente a esprimere un giudizio su domande complesse, come quelle proposte sulle cinque schede.

È però inconfutabile che, davanti all’astensionismo di quasi il 70% degli aventi diritto, è aperta una grande questione democratica, aggravata dalla propaganda del governo per il non voto, come se questo fosse un valore. L’esito delle elezioni politiche del 2022, quando ha votato meno del 63%, e delle successive elezioni europee, quando la maggioranza assoluta degli elettori non si è recata alle urne, confermano che c’è una grave emergenza di scoramento, di disillusione popolare. Questa emergenza non viene sufficientemente contrastata. Per di più in passato, come nel caso dell’acqua pubblica, non è stato rispettato l’esito referendario, creando così ulteriore sfiducia nella validità di questo istituto. Tutto ciò mette in discussione uno dei fondamenti della democrazia, l’esercizio del voto tramite cui si manifesta la sovranità popolare.

Abbiamo sostenuto la campagna referendaria perché i temi in discussione riguardavano questioni costituzionali centrali, come il lavoro e l’accoglienza, cioè i diritti sociali e i diritti civili.

Questa rimane la missione dell’ANPI, per una società e uno Stato coerentemente antifascista, per la democrazia partecipata che oggi è messa di fatto in discussione, una missione che ribadiamo e su cui dobbiamo operare sempre meglio con un più largo fronte di forze civili, sociali e politiche che condividano questi obiettivi, e con la straordinaria generosità delle nostre compagne e dei nostri compagni. 

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