06 maggio 2023
relazione politica di Nicola Maestri
Presidente Comitato Provinciale ANPI
Carissime e carissimi. Più che una relazione il mio vuole essere in realtà un sincero ringraziamento rivolto a tutte le sezioni della Provincia per la mole di lavoro prodotta e per l'impegno profuso in tutto questo anno abbondante che abbiamo trascorso insieme, in cui ogni singola sezione ha costruito e organizzato, mettendo in campo idee, sensibilità, forza, disponibilità e peculiarità dei propri iscritti. [...]
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Un lasso di tempo in cui ogni comunità territoriale ha potuto esprimersi autonomamente o chiedendo il patrocinio del provinciale. Sono stati quattordici mesi proficui di condivisione in cui la nostra Associazione ha cercato di crescere dando risposte concrete laddove è stato possibile farlo, e al tempo stesso essendo presenti condividendo passaggi, prese di posizione e assunzione di responsabilità. Spero sinceramente si possa percepire questo profondo senso di gratitudine nei confronti vostri e di tutti i militanti delle sezioni, anche considerando la gestione di tutti gli eventi che si sono susseguiti per l'appuntamento della Festa di Liberazione. Come sapete a Parma sì è svolta un'imponente manifestazione che ha visto la partecipazione festosa di migliaia di persone con la presenza di tantissimi giovani che hanno affollato il corteo. A differenza dello scorso anno questa volta abbiamo avuto l'importante opportunità di poter portare il saluto delle tre Associazioni partigiane a tutti i partecipanti. Saluto che a noi sembrava doveroso, ma vi assicuro che non c'era nulla di scontato, tanto che nella prima bozza di interventi, il nostro saluto non era preventivato. Al tavolo per le celebrazioni del 25 Aprile, composto da diversi attori tra i quali l'Amministrazione comunale, la scuola, le Associazioni antifasciste, gli Istituti storici e altri soggetti, abbiamo chiesto ai nostri interlocutori quale fosse se non questo il momento più naturale e opportuno per portare un saluto alla cittadinanza. A onor del vero dobbiamo riconoscere che l'attuale compagine amministrativa ci ha ascoltato e anche supportato in questa nostra richiesta. Anche nella scelta dell'oratore ufficiale abbiamo potuto esprimere preferenze tant'è che il nome del relatore lo abbiamo proposto noi di ANPI provinciale, con l'approvazione delle altre Associazioni partigiane Alpi e Anpc e anche di Isrec. Detto ciò ritengo sia importante sottolineare anche l'aspetto di natura politica, nonostante il clima festoso, ovvero al fatto che di fronte alle reiterate provocazioni messe in atto da esponenti del governo e soprattutto da parte della seconda carica dello Stato, si è registrata indubbiamente una volontà di esserci, una necessità di riaffermare, attraverso questa significativa presenza, i valori antifascisti di un' Italia che non ha nessunissima intenzione di lasciare spazio a questa deriva reazionaria e smaccatamente fascista. Come abbiamo avuto già modo di dire e scrivere è bene comunque ricordare al Presidente del Senato che la Costituzione italiana è dichiaratamente antifascista: non tanto e non solo perché essa contiene la famosa XII Disposizione transitoria e finale, quella che vieta “la ricostruzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”. Quanto perché ogni singolo articolo della Costituzione, soprattutto nella parte in cui si dichiarano i principi fondamentali sui quali si regge la Repubblica, è scritto in modo trasparente e in antitesi con la teoria e la prassi del fascismo. Basterebbe davvero questo per colmare lacune e smascherare queste castronerie rilanciate ai quattro venti. Il nostro timore però è che dietro ci possa essere un disegno più complesso e articolato che possa trovare terreno fertile causa la diffusa ignoranza e un livello di menefreghismo tale per cui questa becera forma di revisionismo possa in qualche modo attecchire e fare danni devastanti. Da qui la vulgata che equipara vergognosamente fascisti e antifascisti. Ma la più bella risposta a queste meschinità rimangono le piazze piene e gioiose, composte da persone di tutte le età, che con vigore hanno ribadito che non è possibile parificare chi metteva a ferro e fuoco città e villaggi e compiva stragi di civili con chi invece difendeva ogni barlume di umanità e ha combattuto il totalitarismo nazifascista. In questi giorni, da ogni luogo più remoto della provincia, abbiamo ricevuto fotografie e preziose testimonianze che ci lasciano ben sperare. Nei paesi dove siamo presenti con le nostre sezioni, ANPI è vissuta come una certezza, un porto sicuro su cui contare e dove trovare un approdo. Da quest'anno sezioni come quelle di Felino e Lesignano de' Bagni, sono tornate ad essere luoghi vivi e pulsanti, comunità riconosciute anche da amministrazioni di centrodestra. Questo è un evidente esempio di come possa risultare determinante avere un presidio democratico e antifascista in qualsiasi territorio. Ogni amministrazione comunale, anche quelle più riottose nel riconoscere l'autorevolezza di ANPI, sono e saranno costrette a intraprendere rapporti con noi, badate è quasi inevitabile. Ho già detto di Felino e Lesignano, aggiungo Tizzano val Parma, dove lo scorso anno l'amministrazione comunale non permise nemmeno che venisse suonata e cantata Bella Ciao; quest'anno invece ha preso la parola la nostra neo presidente di sezione, mentre la banda, non solo ha suonato questo meraviglioso brano, ma i ragazzi delle scuole di Lagrimone l'hanno cantata nella commozione generale. La stessa scena si è vista anche nei paesi di Sissa-Trecasali, Monchio-Palanzano e Bore, dove le nostre gagliarde nuove sezioni, hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita delle celebrazioni per la Festa della Liberazione. Abbiamo altre due realtà che stanno prendendo corpo e mi riferisco a Borgo val di Taro, città medaglia d'oro alla Resistenza, che dopo l'incontro pubblico che abbiamo avuto poco più di un mese fa, sta registrando un'impennata di nuovi iscritti e questo, in vista del congresso che si terrà nei prossimi mesi è davvero benaugurante. L'altra è Montechiarugolo, dove un bel gruppo di simpatizzanti sta mettendo le basi per poter tornare a dar vita alla sezione ANPI locale e dove l'attuale Amministrazione Comunale si è impegnata per trovare una collocazione fisica idonea alle esigenze del nuovo soggetto che sta nascendo. Abbiamo all'orizzonte altre situazioni favorevoli ma crediamo sia opportuno aspettare i giusti tempi di maturazione per renderli pubblici. Tuttavia il futuro prossimo davanti a noi non è tutto positivo, soprattutto se consideriamo lo scenario politico nel nostro Paese e in particolare di fronte a questa guerra a cui ci stiamo colpevolmente abituando. Manca un'indignazione civile profonda e continuativa. È vero, molte decisioni passano sopra le nostre teste, ma questo non deve essere un elemento che ci deve tranquillizzare, semmai il suo contrario. Da settimane leggiamo e ascoltiamo di scenari più o meno allarmanti sul destino del Pnrr e sulla possibilità nonché capacità di portare a compimento il piano di riforme previsto, pena la perdita delle altre quote di quel volume enorme di risorse in arrivo dall'Europa. Di fronte a devastanti scenari bellici questo sembra nulla, ma dalla capacità di gestire questi fondi dipenderà buona parte del futuro della nostra nazione e del tenore di vita degli italiani. Tra le questioni più delicate per non dire più drammatiche, che la materia solleva, rientra il destino della sanità pubblica, oggi sull'orlo del collasso. Se a tutto questo aggiungiamo la bomba ad orologeria rappresentata dall'autonomia differenziata e da qual presidenzialismo ostentato come promessa elettorale da parte del nostro attuale governo, il cerchio è chiuso. Va da sé che la nostra Associazione non può e non potrà ostacolare da sola questa avanzata delle forze più retrive, ma sarà fondamentale stimolare il dibattito tra i partiti e l'opinione pubblica per trovare insieme le soluzioni più efficaci e condivise possibili. Noi ci siamo con la nostra storia e i nostri valori di solidarietà, equità e giustizia. Ma nel frattempo godiamoci questo squarcio di azzurro nel grigiore diffuso. Siamo consapevoli di ciò che ci attende, saranno mesi e anni difficili, ma non per questo intendiamo