Archivi del mese: Febbraio 2023

autonomia differenziata

Approvato in Consiglio dei ministri il ddl sull'Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. "Con il disegno di legge quadro sull'autonomia puntiamo a costruire un'Italia più unita, più forte e più coesa".

E' veramente così ? 

La nostra posizione



L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA NON PUÒ CONTRADDIRE L'UNITÀ E L'INDIVISIBILITÀ DELLA REPUBBLICA. 

L'ANPI SOSTIENE LA RACCOLTA DI FIRME SULLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER LA MODIFICA DELL'ART.116 E 117 DELLA COSTITUZIONE [...]

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Mentre cresce l'inflazione, crescono i tassi d'interesse, ci sono pesanti ritardi nell'attuazione del Pnrr, vengono apportati tagli alla spesa sociale e si addensano nubi fosche sul futuro economico e sociale del Paese che accresceranno le già gravi e preoccupanti diseguaglianze, il tema della autonomia differenziata, come avevamo previsto, sta occupando sempre più spazio nel dibattito politico.


La presentazione del disegno di legge delega Calderoli, peggiorativo del precedente disegno legge Gelmini in quanto prevede di fare ancora riferimento alla spesa storica per il finanziamento delle materie delegate alle Regioni anche in attesa della definizione dei LEP (livelli essenziali di prestazioni), ha provocato la reazione nettamente negativa delle regioni meridionali. Esse infatti in questo modo vedrebbero mantenuto e non corretto il loro divario dalle Regioni del Nord, che, come certifica il rapporto Svimez, continua ad aumentare. Non sono mancate critiche e riserve sul progetto anche in altre parti del Paese. L'on. Calderoli è stato quindi costretto a declassare la sua proposta da disegno di legge a bozza per la discussione. Contemporaneamente la Presidente del Consiglio Meloni ha cercato di rassicurare il Mezzogiorno garantendo l'utilizzo dei fondi del Pnrr per colmare le diseguaglianze territoriali.


Si tratta di un gioco delle parti che tuttavia evidenzia la contraddizione tra la necessità della Lega di riconquistare l'elettorato del nord contrastando l'offensiva di Bossi, e il bisogno di FdI di riconfermare la sua linea di unità nazionale per non tradire uno dei capisaldi della propria identità e non scontentare il suo importante elettorato del Mezzogiorno, già deluso dalla riduzione del reddito di cittadinanza.


Intanto nella legge di bilancio all'art.143 si prevede la costituzione di una cabina di regia per la definizione dei LEP sulla base di una ricognizione delle prestazioni sociali di natura fondamentale erogate nelle regioni e della spesa ad esse riferita. I LEP così definiti sarebbero adottati con decreto del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, acquisita l'intesa della Conferenza Unificata delle Regioni, senza passaggi parlamentari.


Sembra che ci troviamo di fronte ad una nuova accelerazione del processo di autonomia regionale differenziata a fronte della quale il Comitato Nazionale dell'Anpi riconferma il proprio giudizio negativo su una riforma istituzionale che, poiché rischia di allargare le diseguaglianze tra cittadini e territori e di rompere l'unità nazionale diversificando i diritti sociali e civili dei cittadini, apre la strada ad uno stravolgimento della Costituzione antifascista.


Pertanto il Comitato Nazionale dell'ANPI ribadisce che gli articoli 116 e 117 della Costituzione devono essere interpretati sulla base dell'art.5 della stessa che, nel riaffermare l'unità indivisibile della Repubblica, pone le basi per un Regionalismo solidale e non competitivo. Né in tema di autonomia differenziata si può assumere a regola generale ciò che la Costituzione indica come possibilità.


Ritiene inoltre che:


  • si debba monitorare costantemente l'uso delle risorse del PNRR affinché siano prioritariamente indirizzate a risolvere il divario di infrastrutture sociali ed economiche tra Nord-Centro e Sud del paese;

le risorse assegnate alle Regioni debbano essere trasparenti e tracciabili;

  • i livelli di prestazione debbano essere uniformi e universali e non semplicemente essenziali per tutto il territorio della Repubblica e debbano essere adeguatamente finanziati;

  • il Parlamento, in quanto titolare del potere legislativo, debba essere pienamente investito della discussione sulle materie delegabili alle Regioni annullando l'iter pattizio Stato –Regioni;

  • si debba stabilire una clausola di supremazia della legge statale per la tutela dell'interesse nazionale;

si cancelli l'art.143 dalla legge di bilancio.

Il Comitato Nazionale decide inoltre di incontrare associazioni e partiti politici al fine di ribadire la posizione dell'ANPI, di programmare azioni comuni di mobilitazione dei cittadini, di avviare una riflessione pubblica su come fino ad oggi è stato attuato il regionalismo, sulla sua efficacia e il suo impatto sull'autonomia comunale. Inoltre sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica dell'art.116 e 117 della Costituzione promossa da Massimo Villone ed altri, perché contiene molte delle proposte qui riportate e può essere un utile strumento di diffusione delle stesse e di ampliamento del dibattito sull'autonomia differenziata; sollecita perciò gli iscritti ANPI ed i cittadini/e a firmare la proposta di legge e a promuoverne la conoscenza attraverso iniziative pubbliche.

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dal Presidente nazionale ANPI

Care amiche e cari amici iscritti all'ANPI, care compagne e cari compagni,

vi invio questo messaggio che, mi rendo conto, è piuttosto inusuale, perché vorrei farvi partecipi di una preoccupazione, meglio, di un vero allarme per quello che sta succedendo e che può succedere in un prossimo futuro nel nostro Paese, in Europa, nel mondo.


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Come avevamo previsto nel nostro Congresso nazionale nel marzo dell'anno scorso, stiamo assistendo all'impazzimento della guerra avviata dalla irresponsabile invasione russa dell'Ucraina. Da quel momento abbiamo assistito a una continua escalation con una tragica espansione di vittime e di distruzioni.


Ma ciò che sta avvenendo da qualche settimana avvicina ancora di più la possibilità di scenari catastrofici. Da un lato la Federazione russa aumenta costantemente il numero di militari e di armamenti in Ucraina intensificando gli attacchi e i bombardamenti; dall'altro crescono i rifornimenti militari occidentali al governo ucraino con armamenti sempre più offensivi. Dall'Europa e dall'America arriveranno vari tipi di carri armati; Zelensky chiede i cacciabombardieri F16 e i sommergibili; si riparla sempre più in modo irresponsabile dell'uso di armi nucleari “tattiche”. In questa situazione il ministro della Difesa Crosetto si è spinto a dire che se i russi arrivano a Kiev scoppia la terza guerra mondiale.


Dall'Iran ad Israele ai territori palestinesi alla Siria vengono notizie di un incendio che dilaga.


Le spese di riarmo crescono in modo osceno ovunque, come avvenne prima delle due guerre mondiali, mentre i governi europei - compreso il nostro - diventano sempre più autoritari verso chiunque si permetta di criticare questa mostruosa deriva bellicista, nonostante i sondaggi dicano che la maggioranza degli italiani (e anche degli europei) è contraria all'invio di armi e all'intervento della NATO. Nelle carceri russe sono reclusi centinaia e centinaia di dissidenti ed una durissima repressione è in corso in Russia ormai da molto tempo.


Intanto a causa del gioco fra sanzioni e controsanzioni è aumentata l'inflazione a livelli sconosciuti nel nuovo secolo, il costo dell'energia ha generato difficoltà enormi ad imprese e famiglie ed in generale sono peggiorate le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei e italiani.


Non basta: il presidente degli Stati Uniti e il segretario generale della NATO indicano nella Cina il prossimo e più potente nemico da affrontare, se necessario, anche sul piano militare.


Anche di questo discuteremo nell'assemblea nazionale dell'ANPI che svolgeremo fra pochi giorni a Cervia; ma ci tenevo ad anticiparvi un quadro drammatico a cui non si può rispondere né con la rassegnazione né col fatalismo. Occorre razionalmente prendere atto di questa realtà e di impegnarsi in ogni modo per contrastarla, per far andare indietro le lancette dell'ora X della guerra nucleare, che nei giorni scorsi gli scienziati del mondo hanno immaginato alla metaforica e ravvicinatissima distanza di 9 minuti.


C'è bisogno dell'impegno consapevole, piccolo o grande che sia, da parte di tutte e di tutti, per fermare il treno della follia e della morte che sta correndo a tutta velocità verso l'autodistruzione.


Per questo mi permetto di invitarvi a partecipare ad ogni iniziativa che abbia come obiettivo finale il ristabilimento della pace. L'impegno più immediato è per il 24 febbraio, primo anniversario dell'invasione russa, e per i due giorni successivi. Si svolgeranno manifestazioni in tante capitali europee. In queste tre giornate l'ANPI darà vita assieme a Europe for Peace a una rete di iniziative locali in tutta Italia. Ma non ci fermeremo qui. Cercheremo sempre la più larga unità con tutti coloro che, pur con opinioni diverse sulle responsabilità di questa guerra, sull'invio o meno di armi, sull'erogazione o meno di sanzioni, condividano il nostro allarme attuale: fermiamo la guerra.


L'ONU deve essere la sede istituzionale necessaria, il suo Consiglio di Sicurezza è lo spazio per tracciare la strada verso un trattato internazionale che ponga fine alla guerra e ristabilisca un pacifico ordine mondiale.


L'ANPI propone che il governo italiano e l'Unione Europea avanzino finalmente una seria proposta di avvio di negoziati, cosa mai avvenuta fino ad oggi, per trovare un realistico punto di incontro fra le parti e comunque per frenare la frenetica escalation in corso; propone una Conferenza internazionale per concordare la sicurezza di tutti i Paesi coinvolti; propone che si avvii la smilitarizzazione dei confini fra la Russia e gli altri Paesi europei con l'obiettivo di una progressiva diminuzione di tutti gli armamenti nucleari; propone, in sostanza, di ricostruire un clima di coesistenza pacifica e di collaborazione fra gli Stati e i popoli in Europa e nel mondo.


La pace, garantita in Europa per più di 70 anni, è stata il risultato di un lungo percorso politico, istituzionale e giuridico seguito alla devastazione di due guerre mondiali. Abbiamo bisogno di riprendere immediatamente quella visione e quel progetto, frutto della Resistenza al nazifascismo, e lascito dei nostri resistenti e dei nostri partigiani.


Lo ha detto Papa Francesco: “Questa guerra è una follia”. Aiutiamoci tutti, l'uno con l'altro, a fermarla. Ne va del futuro dell'umanità.


Un abbraccio,


Il Presidente nazionale dell'ANPI


Gianfranco Pagliarulo

Europe for Peace
presidente anpi

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